Il riscaldamento globale danneggia anche i fondali marini: lì le ondate di calore sono più intense e durature

Un gruppo di scienziati ha osservato che gli effetti delle ondate di calore, negli abissi, persistono più a lungo rispetto a quanto accade in superficie, e minacciano le popolazioni marine. A causa dei cambiamenti climatici, negli ultimi 10 anni le ondate di calore marine sono aumentate del 50%.
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Martina Alfieri 21 Marzo 2023

Mentre sono ormai numerosi gli studi che riguardano il riscaldamento delle acque a livello superficiale, è più difficile sentire parlare degli effetti delle ondate di calore marine sulla vita dei fondali. Un team di ricercatori dell’agenzia federale americana National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) è riuscito a stimare l’impatto di queste ondate di calore negli abissi: lì risultano più intense e durature, e sono in grado di danneggiare la biodiversità.

Gli autori della ricerca, pubblicata su Nature Communication, hanno analizzato la situazione sulle coste orientali e occidentali del Nord America, dove vivono numerose specie marine che per gli Stati Uniti hanno anche un importante valore commerciale, come merluzzi e aragoste.

Le temperature estreme degli oceani, note come ondate di calore marine (MHW), possono avere un impatto drammatico sulla salute generale degli ecosistemi marini in tutto il mondo, cambiando la distribuzione regionale delle specie, alterando la produttività primaria e aumentando il rischio di interazioni negative tra uomo e fauna”, si legge nello studio.

"Ora è chiaro che dobbiamo prestare maggiore attenzione ai fondali oceanici, dove vivono alcune delle specie più preziose e che possono subire ondate di calore molto diverse da quelle in superficie", dichiara l'oceanografo Michael Jacox.

Sulla base di dati raccolti tra il 1993 e il 2019, i ricercatori hanno osservato che le ondate di calore marine, sui fondali, possono prolungarsi anche per mesi, provocando aumenti di temperatura che oscillano tra +0.5°C e +3°C. Dove le acque sono meno profonde, le ondate di calore superficiali possono coincidere con quelle dei fondali; dove il mare è più profondo, invece, le ondate di calore che colpiscono gli abissi possono verificarsi senza essere percepite in superficie.

I cambiamenti climatici, e in particolare l’aumento delle temperature, hanno effetti devastanti sui mari: secondo i ricercatori, circa il 90% del calore in eccesso dovuto al riscaldamento globale è stato assorbito dall'oceano, che è diventato più caldo di circa 1,5°C nell'ultimo secolo. E, solamente nell’ultimo decennio, le ondate di calore marine sono diventate più frequenti del 50%.