rospo del fiume colorado

Il traffico di animali e piante prospera sul dark web, ed è un problema per le specie a rischio

Il traffico di animali è un grave problema ambientale in tutto il mondo: è sempre difficile da quantificare e monitorare, anche perché sempre più spesso avviene online. Una ricerca australiana ha provato a capire come le specie vengono trafficate online, nel dark web.
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Roberto Russo 31 Maggio 2023

Il commercio illegale di animali selvatici rappresenta una delle maggiori minacce per la sopravvivenza di molte specie. Purtroppo, Internet ha permesso a questo commercio di prosperare più facilmente che mai.

I ricercatori dell'Università di Adelaide, in Australia, hanno però scoperto una cosa particolare navigando nel dark web: molti animali a rischio estinzione non sono commercializzati allo scopo di avere un “pet” esotico, ma per le loro (presunte) proprietà psichedeliche. Lo stesso succede per le piante.

Lo studio australiano

I risultati sono stati pubblicati nello studio, pubblicato sulla rivista People and Nature, "Il dark web commercia fauna selvatica, soprattutto per usarla come droga".

La ricerca è partita da una constatazione: Internet facilita enormemente il commercio di animali selvatici e il dark web, per sua natura difficile da monitorare, amplia quest'atteggiamento decisamente discutibile. Gli studiosi hanno consultato circa due milioni di annunci sul dark web nell'arco di cinque anni, incrociando i dati e facendo ricorso a circa 7mila parole chiave che possono essere associate al commercio di fauna selvatica. Su 3332 annunci (quindi parliamo di una media di seicento annunci annui) hanno individuato 153 specie commercializzate, notando che si tratta di un mercato di fauna selvatica altamente specializzato. Basti pensare, per esempio, che il 90% di queste inserzioni erano finalizzate all'uso di droghe ricreative.

I risultati della ricerca

Scrivono i ricercatori: “Abbiamo verificato che 68 specie contenevano sostanze chimiche con proprietà droganti. Le specie pubblicizzate come droghe erano per lo più vegetali, ma anche funghi e animali venivano commercializzati come droghe”.

Di queste, 45 specie hanno proprietà psichedeliche e si nota una gran presenza di funghi Psilocybe, noti per le proprietà psichedeliche di psilocina e psilocibina, alcaloidi psicotropi che agiscono sul sistema nervoso centrale.

Una percentuale minore di vendite è stata effettuata per le presunte proprietà medicinali della fauna selvatica (tra cui il famigerato rospo del fiume Colorado, noto per la sua capacità di trasudare tossine dalle proprietà psicoattive), dell'abbigliamento, della decorazione e come animali domestici. La distribuzione delle piante con proprietà stupefacenti si concentra in America centrale e meridionale.

Uno studio del genere è importante come database di riferimento per monitorare i cambiamenti futuri. Chiosano gli autori: “Dato il limitato numero di inserzioni, riteniamo che gli attuali rischi di conservazione e biosicurezza del dark web siano bassi”. Tuttavia in futuro la situazione potrebbe diventare più intensa, soprattutto qualora venisse applicata meticolosamente la legge che vieta la vendita di queste specie sul web. “Sebbene il commercio di fauna selvatica sia dilagante su altri livelli di Internet, in particolare sui siti di e-commerce e di social media, il commercio sul dark web potrebbe ancora aumentare se queste piattaforme popolari fossero rese meno accessibili ai commercianti (ad esempio, attraverso un aumento dell'applicazione della legge)”, concludono i ricercatori australiani.