Il WWF porterà in tribunale la Norvegia dopo aver avviato le trivellazioni nelle acque dell’Artico

L’estrazione mineraria nei fondali profondi contravviene agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, alla Convenzione sulle Specie Migratorie, al recente Quadro Globale per la Biodiversità, e potrebbe addirittura mettere in pericolo il Trattato sull’Alto Mare. Queste sono le motivazioni che hanno portato il WWF a fare causa al governo norvegese.
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Mattia Giangaspero 29 Maggio 2024

L'azione legale avviata dal WWF nei confronti del governo norvegese deriva dal fatto che a gennaio 2024 la Norvegia avesse approvato in Parlamento una legge che avrebbe permesso di procedere a estrazioni in una vasta area di oceano.

Si tratta di una parte di oceano grande 280mila Km quadrati ed è situata in prossimità dell'artico che già a causa delle azioni dell'essere umano si trova a subire una forte pressione con lo scioglimento dei ghiacciai, la perdita di biodiversità animale ed è soggetta a uno dei più impattanti cambiamenti climatici.

Il WWF spiega che "l’estrazione mineraria nei fondali profondi non può continuare senza la necessaria – e ad oggi insufficiente – conoscenza scientifica per regolarla. Le conseguenze sarebbero catastrofiche per la vita umana e marina. L’estrazione mineraria avrebbe infatti un impatto distruttivo sugli ecosistemi, sulla biodiversità e anche sulla sicurezza alimentare di miliardi di persone."

Entrando nello specifico tecnico dell'accusa fatta dal WWF, il governo norvegese non avrebbe quindi considerato l'impatto ambientale delle estrazioni e questo andrebbe contro i trattati internazionali per la salvaguardia degli oceani approvati ad giugno 2023.

Inoltre sempre il WWF spiega che:

"L’estrazione mineraria avrebbe infatti un impatto distruttivo sugli ecosistemi, sulla biodiversità e anche sulla sicurezza alimentare di miliardi di persone. Il rapporto WWF “In Too Deep: What We Know, And Don’t Know” illustra i principali rischi ambientali e sociali dell’estrazione mineraria nelle acque profonde: oltre alla perdita degli habitat e all’inquinamento dei fondali marini dato dai metalli tossici, l’impatto negativo ricadrebbe anche sulla pesca globale, minacciando la principale fonte proteica di circa un miliardo di persone nonché il sostentamento di circa 200 milioni di persone, molte delle quali site in comunità costiere".

Fonte | Reuters 

Wwf