In Abruzzo cade la monumentale “Quercia delle streghe”: per gli ambientalisti la colpa è di una potatura discutibile

La grande quercia si trovava in provincia di Pescara e – con un fusto di oltre 6 metri di circonferenza – era uno degli alberi più maestosi della regione. Otto mesi fa una valutazione specialistica aveva autorizzato la potatura, dalla quale era sopravvissuto solamente il ramo appena crollato.
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Martina Alfieri 1 Febbraio 2023

La natura dell’Abruzzo perde uno dei suoi simboli più antichi. È crollata nei giorni scorsi la “Quercia delle streghe”, un albero monumentale di circa 400 anni che, con il suo fusto di 6.4 metri di circonferenza, era tra i più maestosi della regione. L’ultimo ramo, reduce da una massiccia potatura, è crollato sul tetto di un’auto.

L’albero – nello specifico una rovella, la specie di quercia maggiormente diffusa in Italia –  si trovava a Loreto Aprutino, ed era il più grande presente in tutta la provincia di Pescara. Otto mesi fa, come spiega l’associazione Italia Nostra, il proprietario avrebbe sottoposto la quercia alla valutazione specialistica che ha dato il via libera alla potatura.

La Quercia delle streghe era nota fin dagli anni ’80, documentata nei primi censimenti forestali degli alberi monumentali. Si racconta che avendo il fusto cavo in tempo di guerra vi si nascondevano il grano e altri generi alimentari, a volte anche i partigiani”, scrive l'associazione.

Dopo la potatura – che aveva ridotto di molto la circonferenza della chioma – alla Quercia delle streghe era rimasto solamente un enorme ramo, che ora non c’è più. Per gli ambientalisti, è caduto a causa dell'incuria e di una manutenzione poco attenta al benessere dell'albero.

Col senno di poi anche un bambino poteva prevedere che il grosso ramo sarebbe crollato dividendo in due il fusto ed anche un ignorante in materia poteva prevedere che il tronco si sarebbe aperto a metà – continua Italia Nostra – La roverella aveva bisogno di un aiuto per la sua vita e non di essere manomessa da una potatura discutibile per la «sicurezza umana»".

In Italia, chi possiede un prezioso bene naturale come un albero monumentale censito deve sottostare ad alcune regole e, anche per la potatura, deve chiedere diversi permessi agli enti e le istituzioni incaricati della sua tutela. Come ricorda l’associazione, però, i costi di manutenzione sono a carico dei proprietari: “Diciamolo: gli alberi monumentali sono abbandonati a loro stessi”.

In questo momento l'albero monumentale più longevo del nostro Paese si trova in provincia di Catania: viene chiamato il Castagno dei Cento Cavalli, e ha addirittura 2.200 anni.