Tre lupi e quattro grifoni sono stati trovati senza vita in Abruzzo: si sospetta l’avvelenamento

La notizia dei ritrovamenti è stata diffusa dall’associazione Rewilding Apennines, che stava monitorando l’area di Cocullo. La loro morte sembrerebbe legata all’uso di esche e bocconi avvelenati. Il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise Luciano Sammarone: “Un episodio gravissimo”.
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Martina Alfieri 10 Maggio 2023

Arriva dall’Abruzzo una triste notizia per la fauna selvatica: alcuni ambientalisti hanno trovato, nel territorio di Cocullo, i corpi senza vita di tre lupi e quattro grifoni. Si tratterebbe dell’ennesimo crimine compiuto contro la natura: si sospetta che gli animali siano rimasti vittime di avvelenamento.

I lupi avrebbero ingerito direttamente le esche tossiche, mentre i grifoni –  una specie di avvoltoio – si sarebbero cibati di carcasse di animali morti a causa del veleno.

La prima scoperta

Lo scorso 5 maggio il personale e i volontari delle associazioni Rewilding Apennines e Salviamo l’Orso stavano monitorando l’area al confine tra Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il Parco Naturale Regionale Sirente Velino, quando si sono imbattuti nel macabro spettacolo.

Hanno rinvenuto 2 lupi e 4 grifoni morti nel territorio di Cocullo, al confine con Goriano Sicoli, ma il numero potrebbe essere più alto”, spiega in un comunicato Rewilding Apennines. “Trovandosi le carcasse nel raggio di 300 metri, si ha il forte sospetto che si tratti di un episodio di avvelenamento, uno dei tanti che in Appennino centrale si riscontrano nel periodo precedente la monticazione (la conduzione del bestiame ai pascoli di alta quota), oltre a quelli legati alla concorrenza tra i raccoglitori di tartufi e alle attività di caccia”.

Situazione sempre più grave

Nei giorni successivi il bollettino si è poi aggravato, con il ritrovamento di una terza carcassa di lupo.

Un episodio gravissimoha dichiarato invece il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise Luciano Sammaroneche sembra legato all'uso di esche e bocconi avvelenati, non potendo comunque escludere per ora altri animali morti. Il criminale utilizzo di veleno resta la minaccia più grande per la fauna tra tutte quelle legate alle attività antropiche”.

Le uccisioni di fauna selvatica rappresentano veri e propri crimini di natura. Si tratta della quarta attività illegale più redditizia al mondo e comprende anche bracconaggio e commercio di specie esotiche. Per fortuna, a volte i soccorsi riescono a intervenire in tempo, com'è successo con il salvataggio da parte del Wolf Apennine Center in provincia di Parma del lupo Rio, anche lui avvelenato, nel maggio 2020.