In arrivo un nuovo allevamento intensivo a Cremona, 150mila galline hanno il destino già segnato

Nonostante tutto ciò che emerso dal mondo della zootecnia, nel Cremonese si sta costruendo un nuovo allevamento intensivo in grado di ospitare 150mila galline ovaiole. A discapito dell’ambiente e del benessere animale.
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Evelyn Novello 21 Maggio 2024

Due capannoni, giganteschi, entrambi di due piani di cui uno già in funzione. Nel nuovo maxi allevamento intensivo che sta sorgendo in provincia di Cremona, a Grontardo, la vita di 150mila galline ovaiole sembra essere già segnata: vivere ammassate tra 4 mura per arricchire con le loro uova gli imprenditori agricoli proprietari dello stabilimento.

La cosa più sorprendente è che tutto questo sta avvenendo non solo in una delle zone più inquinate d'Italia (secondo uno studio del Politecnico di Milano riportato da Greenpeace, gli allevamenti intensivi in Lombardia sono responsabili di gran parte delle emissioni di PM2,5 a causa delle emissioni di ammoniaca) ma anche poco dopo la pubblicazione del documentario-inchiesta Food For Profit della giornalista Giulia Innocenzi e del regista Pablo D’Ambrosi che ha mostrato a chiare lettere le torture di cui sono responsabili gli allevamenti intensivi.

È stata proprio Innocenzi, insieme ad Animal Prospekt, giornalista d'inchiesta, a scovare, nel silenzio generale, questo nuovo allevamento cremonese che si va ad aggiungere a quelli già presenti in una zona, quella lombarda, già nota per la presenza massiccia di industrie zootecniche.

"È insensato che sia ancora possibile aprire strutture come queste, crudeli per gli animali, dannose per l’ambiente e le comunità locali. Per questo una delle nostre richieste è la moratoria sull’apertura di nuovi allevamenti o l’ampliamento di quelli esistenti" ha spiegato Innocenzi in un video social.

Come ricorda uno studio di Nature, il sistema agroalimentare è responsabile del 34% delle emissioni a globali e, per come è impostato oggi, con la sua produzione massiccia e senza scrupoli non può essere considerato sostenibile da alcun punto di vista. In arrivo, però, ci sono le elezioni europee, dove abbiamo la possibilità di esprimerci anche per chi non ha voce.

Fonti| Greenpeace; Nature