
Un team di cecchini è pronto a sparare contro i gatti selvatici nei parchi del Nuovo Galles del Sud. È proprio il governo australiani che ha confermato questa decisione, annunciando un piano per ridurre drasticamente la popolazione di gatti selvatici in tutte le riserve nazionali. Il motivo è semplice, anche se ti può sembrare strano visto che si tratta di gatti e non di topi. L'obiettivo è quello di ridurre la popolazione infestante per salvaguardare le specie native.
Jack Gough, direttore dell'advocacy presso l'Invasive Species Council ha affermato che: "I gatti selvatici hanno fatto estinguere almeno 25 delle nostre specie autoctone da quando sono stati introdotti dagli europei oltre 200 anni fa".
E infatti i gatti selvatici sono responsabili della scomparsa di numerose specie native, alcune delle quali sono a rischio di estinzione. Un rapporto del National Environmental Science Program ha evidenziato che oltre 35.000 gatti selvatici vengono rimossi ogni anno attraverso questi metodi.
Ora la scelta di ridurre la popolazione dei gatti selvatici può essere comprensibile visto la grande perdita di biodiversità locale, ma è il metodo che lascia molti dubbi etici e morali.
Il partito Animal Justice ha affermato che, pur riconoscendo l'impatto ambientale delle specie non autoctone, tra cui i gatti, si oppone al termine "selvatico" e sostiene la ricerca e le politiche incentrate su metodi di controllo non letali.
E per esempio esiste già una legge in Australia che traccia questa strada del controllo non letale.
Tutti i gatti nati dopo luglio 2022 devono essere tenuti all'interno delle proprietà di una persona, e diversi sobborghi sono stati dichiarati aree di contenimento per i gatti proprio per i motivi già citati di conservazione della natura, il che significa che nessun gatto di nessuna età può vagare più lontano.