In Catalogna si vive la più grande siccità della storia, pronto un piano per razionare l’acqua. Rischia anche il Sud Italia?
Non era mai accaduto prima. È questa la notizia che fa preoccupare più di tutte le altre la Catalogna. Per la prima volta nella storia le risorse idriche che verranno registrate il 1 febbraio scenderanno fino al 16% della loro capacità.
Passa sotto traccia rispetto all'inverno da record in America, Canada, ma anche in Norvegia dove le temperature hanno toccato anche i -40 gradi, ma quello che sta vivendo la Catalogna è da record ugualmente, seppur negativo. Infatti la siccità che sta colpendo la Spagna è uno dei 10 disastri più costosi dell’anno (2023, perchè iniziata da qualche mese ormai) nel mondo.
La mancanza d’acqua sembra che abbia generato danni per 50 euro pro capite. “Prima che gran parte dell’Europa sperimentasse un caldo estremo durante l’estate, alcune regioni della Spagna avevano già sofferto una grave siccità in aprile”, si legge nel documento redatto dall'organizzazione Christian Aid. “La Spagna ha registrato l’inizio d’anno più secco dall’inizio delle registrazioni nel 1960”.
Pensa poi che in tutto il Paese i bacini spagnoli sono al 45,2% della loro capacità e più nello specifico
I bacini più colpiti sono:
il Guadalete-Barbate (14,4%),
i bacini interni della Catalogna (16,5%),
il Mediterraneo andaluso (18,4%),
il Segura (18,5%) e
il Guadalquivir (19,3%).
Al contrario, quelle con la capacità più alta sono la Cantabrica orientale (89%), la Galizia Costa (86%), i Paesi Baschi interni (85,7%), la Cantabrica occidentale (77,8%) e il Miño-Sil (75%).
Il presidente del governo regionale andaluso, Juanma Moreno ha diramato un potenziale stato d'emergenza con tre livelli di rischio.
Emergenza 1: i centri sportivi che dispongono di piscine dovranno compensare l’acqua utilizzata per queste, chiudendo le docce o limitando l’uso dell’acqua applicando altre misure.
Emergenza 2: sarà obbligatorio chiudere le docce nei centri sportivi e nelle palestre
Emergenza 3: le docce dovranno restare chiuse in tutte le palestre
Le misure dovrebbero essere applicate a partire dal 1° febbraio, quando si prevede che i bacini del sistema Ter-Llobregat raggiungeranno il 16% della loro capacità.
La siccità colpirà l'Italia?
Il rapporto settimanale di Anbi sulla situazione idrica e dei bacini italiani indica che rispetto a un anno fa le risorse idriche sono in aumento, ma restano sempre inferiori rispetto alla media storica, il che significa che per tutto lo scorso anno le precipitazioni sono avvenute in modo disomogeneo.
Vengono analizzate poi le situazioni regione per regione
In Lombardia, invece, il fiume Adda è in crescita: +5,7% di risorse idriche.
In Veneto, il fiume Adige, pur con altezza idrometrica in discesa, segna una delle migliori condizioni dal 2016
In Emilia Romagna: hanno flussi sotto media, ma soprattutto nettamente inferiori a quelli dell’anno scorso con l’Enza, che oggi trasporta 5,49 metri cubi al secondo, ma erano mc/s 44,37 solo 12 mesi fa.
Pur migliorando rispetto agli anni recenti, rimane sotto media lungo tutto il corso anche il fiume Po: dai –25 metri cubi al secondo di Torino ai -mc/s 214 di Pontelagoscuro, nel ferrarese.
In calo sono le portate negli alvei della Liguria, dove solo il fiume Vara è sopra la media mensile ed il Magra ha flussi quasi dimezzati.
In Umbria prosegue l’insufficienza idrica del lago Trasimeno, la cui altezza idrometrica segna -m.1,38 contro una media storica a Gennaio di -m.0,64; non va meglio per i fiumi Nera e Chiascio con portate in calo.
Nel Lazio i principali fiumi (Tevere ed Aniene) hanno portate quasi dimezzate alla media, mentre i laghi registrano livelli in discesa rispetto all’anno scorso con il bacino di Nemi, che segna -29 centimetri.
In Basilicata cresce leggermente il volume d’acqua trattenuta dalle dighe, nei cui invasi, però, mancano quasi 99 milioni di metri cubi rispetto all’anno scorso.
Situazione invece ottima sia in Campania sia in Puglia.