In Cina il dugongo è funzionalmente estinto: l’uomo ne ha distrutto l’habitat, nessun avvistamento dal 2008

Da ormai 14 anni i dugonghi risultano scomparsi dalla Cina: secondo un nuovo studio la responsabilità è da attribuire ancora una volta alle attività umane, che avrebbero ridotto drasticamente la quantità di piante marine di cui si nutre il maestoso mammifero, mettendo in crisi il suo habitat naturale.
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Martina Alfieri 25 Agosto 2022

Ci sono anche i dugonghi nella lunghissima lista delle specie fortemente minacciate dalle attività dell’uomo. In particolare, secondo un nuovo studio, il maestoso mammifero marino sarebbe scomparso dalla Cina proprio per ragioni antropiche.

Il progressivo degrado degli habitat, la caccia al dugongo, ma anche la pesca e gli incidenti con imbarcazioni avrebbero contribuito a rendere la specie funzionalmente estinta. Questo significa che non ha più individui sufficienti per dare vita a nuove generazioni in salute o per svolgere un ruolo attivo all'interno dell'ecosistema di riferimento.

Il dugongo (Dugong dugon) – grande mammifero erbivoro marino che può superare i 3 metri di lunghezza e che arriva a pesare fino a 500 kg – ama nutrirsi di piante acquatiche. Dal XX secolo, però, in Cina le praterie di queste piante sono state progressivamente distrutte dalle attività umane, dallo sfruttamento delle coste e dall’inquinamento. Inoltre i dugonghi, soprannominati “mucche di mare”, sono stati a lungo decimati dalla caccia.

Già nel 1988 il Consiglio di Stato cinese ha ritenuto che per il dugongo fosse necessario attivare il più alto grado di protezione. Tuttavia questo non è bastato, e dopo il 2008 – come ha confermato lo studio condotto dallo ZLS’s Institute of Zoology –  la presenza della specie non è mai più stata documentata nel Paese.

"Il nostro nuovo studio mostra una forte evidenza della perdita regionale di un'altra specie carismatica di mammifero acquatico in Cina, purtroppo ancora una volta a causa di attività umane non sostenibili", ha dichiarato al Guardian il professor Samuel Turvey, uno degli autori della ricerca pubblicata sulla rivista Royal Society Open Science.

Anche se la Cina si sta impegnando per il ripristino degli ecosistemi e delle praterie dei fondali, non ci sono garanzie che la popolazione dei dugonghi possa tornare a prosperare. Il nuovo studio può aiutarci in ogni caso a comprendere meglio quali sono i fattori che minacciano la salute della specie, per evitare che possa scomparire anche da altre zone del Pianeta.

Una sfida importante nella biologia della conservazione è quella di determinare le dinamiche delle estinzioni locali”, si legge nello studio. “La comprensione dei processi implicati nelle estinzioni regionali può migliorare la capacità di conservazione e la capacità di proteggere le popolazioni sopravvissute altrove”.

Le praterie presenti sui fondali, come ad esempio quelle di Posidonia oceanica, diffusa nel Mediterraneo, sono importantissime per l’equilibrio degli ecosistemi acquatici. E dal loro benessere dipende anche la salute della biodiversità marina.