In soccorso del Po: dalle barriere galleggianti “acchiappa rifiuti” alla pulizia delle rive di Mirko

Il fiume più lungo d’Italia è anche molto, molto inquinato. Ogni giorno le sue correnti trasportano un’enorme quantità di rifiuti che, inevitabilmente, vanno poi a finire in mare. Ma le iniziative per salvare il Po dai detriti che lo soffocano non mancano. E sembrano iniziare a dare i loro frutti.
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Sara Del Dot 2 Aprile 2019

Il Po è il fiume più lungo d’Italia, il nostro corso d’acqua di rappresentanza. Con i suoi 652 km di lunghezza, rappresenta il quinto fiume europeo per portata media. Tuttavia, le sue dimensioni e la sua rilevanza geografica lasciano presupporre che questo corso d’acqua necessiti di un tipo di gestione non indifferente. Dal punto di vista delle risorse idriche, delle sabbie e dei rifiuti che, inevitabilmente, vi finiscono.

Ormai lo sappiamo. L’80% dei rifiuti che si trovano in mare vi finiscono perché trasportati dai corsi d’acqua in cui sono stati in precedenza scaricati. E il Po non fa eccezione. Non a caso, è di appena qualche giorno fa la segnalazione da parte del responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace della preoccupante (ma prevedibile) quantità di rifiuti abbandonati sul fondo del letto del fiume, venuti allo scoperto a causa della secca di cui al momento è vittima.

Po d’AMare: i primi risultati

Ma le iniziative per la tutela del fiume e dei suoi ecosistemi non mancano. Te lo ricordi Po d’AMare, l’iniziativa di Corepla per la raccolta dei rifiuti che affollano le acque del fiume? Bene, dopo quattro mesi di sperimentazione il test si è concluso con la raccolta di 8 big bags piene, tra le altre cose, di 92,6 kg di rifiuti plastici (principalmente imballaggi usati in ambito agricolo e industriale) già avviati a riciclo. Il progetto pilota consisteva nel posizionamento in acqua di alcune barriere galleggianti in polietilene aventi il compito di intercettare i rifiuti trasportati dalle correnti e raccoglierli in un punto in cui fosse possibile recuperarli tutti insieme e portarli ai centri di smistamento. E i risultati sembrano essere stati piuttosto soddisfacenti: infatti, le barriere installate hanno intercettato tutti i rifiuti possibili, tra plastica, vetro e scarti vegetali, di cui la maggior parte erano ottime condizioni e sono stati subito smistati, selezionati e infine trasformati in granulo da inviare a un’azienda inglese per la realizzazione di casette per i rifugiati in Grecia.

Mirko, il ragazzo del fiume

A questa iniziativa più strutturata e, se vogliamo, istituzionale, si aggiunge la passione personale e la forza di volontà di singoli cittadini virtuosi. È il caso di Mirko Zanini, chiamato anche “il ragazzo del fiume”. 30 anni, operaio di Cremona, da due mesi Mirko nel suo tempo libero si reca sulle rive del Po per raccogliere i rifiuti abbandonati dai passanti o trasportati dalle acque: bottiglie, copertoni di automobili e anche elettrodomestici abbandonati.. Un vero esempio di amore per la propria terra e per l’ambiente in cui vive, nella speranza che il suo possa essere un esempio per tanti altri, se non per ripulire il fiume, almeno per smettere di inquinarlo.