Infezioni alla cornea, 9 su 10 non risponde alla terapia: è una conseguenza dell’antibiotico-restistenza

L’uso eccessivo e fai da te degli antibiotici, ma anche l’inquinamento, sono responsabili di un problema che sta iniziando a preoccupare gli esperti: il 90 percento delle infezioni alla cornea sono causate da superbatteri che non rispondono alle terapie antibiotiche.
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Valentina Rorato 22 Novembre 2022
* ultima modifica il 22/11/2022

Attenzione agli occhi e soprattutto alle infezioni oculari causate da superbatteri. I medici specialisti in oftalmologia hanno lanciato l’allarme: fino al 90% delle cheratiti, infezioni della cornea, è causata da batteri che non rispondono al trattamento antibiotico. Queste condizioni sono, tra l’altro, tra le complicanze più comuni nella chirurgia della cataratta.

Quali sono le cause? Purtroppo, un uso inappropriato dei farmaci antimicrobici sta vanificando l’efficacia di queste medicine nel trattamento di  molte infezioni (non solo in questo campo); il fenomeno è inoltre aggravato dall'inquinamento e dai cambiamenti climatici. I batteri con i livelli più alti di resistenza individuati in campo oftalmologico sono Stafilococco, Streptococco e Pseudomonas Aeruginosa.

"Questi patogeni interessano per la grande maggioranza infezioni corneali, che registrano le più alte resistenze agli antibiotici con 9 casi su 10 insensibili alle terapie", spiega Vincenzo Sarnicola, membro del consiglio direttivo Sito. Sul banco degli imputati soprattutto l'uso eccessivo di colliri antibiotici contro le congiuntiviti.

"L'uso fai da te degli antibiotici è un grave errore", avverte Scipione Rossi, direttore dell'Oftalmologia dell'ospedale San Carlo di Nancy di Roma e segretario tesoriere di Siso. "La maggior parte delle congiuntiviti, infatti, è di origine virale e gli antibiotici risultato inefficaci. Ma l'antibiotico-resistenza nelle infezioni oculari è anche il conto che si paga per le troppe prescrizioni degli antibiotici da parte del medico di base o del farmacista e per l'uso profilattico pre e post operatorio", aggiunge Rossi. “E’ ancora troppo diffusa l’abitudine di prescrivere l’antibiotico dai 3 ai 7 giorni prima dell’intervento e fino a un mese dopo a scalare. La terapia antibiotica dovrebbe essere fatta solo e quando è riconosciuta una patologia di origine microbica e somministrata esclusivamente dal medico curante. L’uso profilattico dovrebbe invece essere limitato alla sola fase post chirurgica a dosaggio pieno perché le dosi troppo basse favoriscono le resistenze”.

Non bisogna dimenticare un altro elemento di rischio: l’inquinamento che produce, a causa dell'erosione del buco dell'ozono, un'eccessiva esposizione alle radiazioni ultraviolette, che indeboliscono la superficie oculare, che è proprio lo scudo, o possiamo anche definirla la prima linea, contro i microbi. Inoltre, "il biossido di zolfo contenuto nelle polveri sottili rende più acido il film lacrimale rendendola più suscettibile alle infezioni batteriche", conclude Sarnicola.

Si consiglia di proteggere gli occhi dallo smog e dalle radiazioni indossando occhiali da sole anche in inverno e anche se è nuvoloso, poi è bene prendere troppo sole,  bere molta acqua e in caso di irritazione consultare uno specialista, evitando le terapie fai da te.

Fonte | Siso;

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