Inquinamento acustico sottomarino nell’Adriatico: le boe valutano l’impatto del suono sugli animali marini

La boa installata a Rimini servirà per verificare lo stato di inquinamento acustico sottomarino del Mare Adriatico. Gli eccessivi rumori in fondo al mare uccidono nella maggior parte dei casi i delfini e altri tipi di cetacei.
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Alessandro Artuso 5 Marzo 2020

L'inquinamento acustico sottomarino è un altro dei problemi dei nostri mari. Per monitorare l'impatto ambientale a Rimini è stata installata in mare una boa dotata di un idrofono: si tratta di un microfono progettato per stare sott'acqua e ascoltare i suoni. L'apparecchio è l'ottavo nelle acque del Mare Adriatico e fa parte del progetto di ricerca Soundscape. Il progetto durerà un anno e servirà per monitorare i suoni in mare e il relativo inquinamento acustico sottomarino.

L'importanza delle boe

L'obiettivo delle rilevazioni delle boe installate in mare è comprendere come il suono incida sulla fauna marina e quindi sugli animali che abitano i nostri mari. I dati saranno raccolti dalla Fondazione Cetacea di Rimini che si è già espressa sulla questione. "Numerosi studi attribuiscono all'eccessivo rumore subacqueo la responsabilità di morti e spiaggiamenti di diversi organismi marini, in particolar modo cetacei. La quantità dei rumori antropici subacquei è aumentata significativamente nel corso del secolo scorso, tanto da aver coperto quasi totalmente i suoni naturali".

Le cause

Diversi studi hanno scoperto le cause della morte da inquinamento acustico sottomarino. I problemi principali sono la navigazione e l'estrazione di gas e petrolio che avviene nei fondali dei nostri mari. Non bisogna dimenticare i sonar, tecnica per comunicare e rilevare la presenza e la posizione di sottomarini e navi, che vengono utilizzati anche per la pesca di livello professionale.