
Il blocco di moltissime attività, durante la fase del lockdown, ha permesso un drastico calo di biossido di azoto in India (in chimica si parla di NO2). A certificarlo è stato uno studio del Centre for Research on Energy and Clean Air (CREA): non accadeva nel Paese da quasi 40 anni.
Come ben saprai, l'India è uno dei luoghi più inquinati al mondo, ma lo stop imposto dall'emergenza sanitaria ha permesso di vedere a distanza di 200 chilometri anche l'Himalaya. Potrebbe essere un evento più che normale e invece non lo è in luoghi come questo dove l'aria è molto spesso irrespirabile e il cielo azzurro diventa un miraggio.
Il biossido di azoto è un gas che si forma nell'atmosfera ed è causato principalmente dai processi di combustione: le cause della sua diffusione sono le centrali elettriche, il traffico cittadino e il riscaldamento, ma anche la diffusione dei fertilizzanti a base di azoto e la produzione di acido nitrico. Si tratta di un gas irritante per occhi e apparato respiratorio.
Moltissimi combustibili, tipo il carbone, sono calati nella loro produzione, favorendo l'abbattimento delle emissioni (-15% a marzo e -30% ad aprile rispetto al 2019). Questi dati sono veramente importanti perché in India in alcune occasioni è stato necessario chiudere persino le scuole visti i soffocanti livelli di smog raggiunti.