Inquinamento indoor, quando stare in casa fa paura: la storia di Ornella

Abbiamo voluto raccontare la storia di Ornella Dallavalle per sollevare un problema con cui rischiamo di doverci misurare nei prossimi mesi: l’uso scorretto delle stufe a legna. Parliamo di impianti che emettono polveri sottili e peggiorano i livelli di smog. Per questo motivo, sono soggetti a limitazioni che non tutti rispettano. È un’altra faccia dell’inquinamento dell’aria che entra in casa e si trasforma in inquinamento indoor.
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Giulia Dallagiovanna 28 Novembre 2022

Immagina di aver trovato la casa dei tuoi sogni ma che, ogni inverno, venga invasa da fumo nero e odore insopportabile. È quello che è accaduto a Ornella Dallavalle quando, nel 2017, i vicini del piano di sotto hanno installato una stufa a legna e costruito la canna fumaria praticamente sopra al suo balcone.

Non solo è stato intaccato il valore dell'appartamento, una mansarda con travi a vista situata in una casa di ringhiera a due passi dai navigli, ma si è creato anche un grave caso di inquinamento indoor. "Avevi proprio la sensazione di respirare della polvere – ci ha raccontato. – Al punto che ho iniziato ad avere problemi di lacrimazione degli occhi, tosse e senso di soffocamento". Se l'inverno per Ornella era sempre stato un momento più raccolto e intimo, durante il quale amava stare in casa, ora si era trasformato in un incubo.

Siamo di fronte, in realtà, a una storia di mancato rispetto delle norme. Nel nostro video, sulla denuncia e sugli accertamenti in corso, ma abbiamo provato a sollevare l'attenzione sul problema dell'inquinamento che entra nelle nostre case. Secondo uno studio pubblicato lo scorso anno dallo European enviromental bureau, il riscaldamento domestico a base di legna emette circa la metà di tutto il particolato fine (Pm 2,5) e di nerofumo (ovvero quella polvere nera che è composta soprattutto da carbonio) del totale rilevato in Unione europea.

A quella ricerca, aveva risposto Aiel (Associazione Italiana Energie Agroforestali), sottolineando come "le moderne tecnologie nel riscaldamento domestico a legna, pellet e cippato riducono le emissioni di polveri sottili a poche decine di grammi e, nei casi migliori, con tecnologie ad emissioni ‘quasi zero', a pochi grammi".

Anche per questo motivo, Regione Lombardia aveva introdotto una classificazione degli impianti basata sul numero di stelle: da 1, vecchi e altamente inquinanti, a 5, di ultima generazione e con poche emissioni. Su tutto il territorio regionale, è possibile accendere solo quelli che possiedono almento tre stelle, eppure in alcuni periodi scattano limitazioni temporanee antismog che ne impongono lo spegnimento, quando meno di quelle stufe che hanno solo 3 o 4 stelle. Insomma qualche dubbio sull'effettiva sostenibilità di questa forma di riscaldamento sorge. Inoltre, è fondamentale gestirlo in modo corretto ed effettuare la manutenzione periodica. È, cioè, uno strumento da usare con responsabilità.

Ma con l'arrivo dell'inverno, e della crisi energetica che ci aspetta, in quanti potrebbero decidere di accendere la propria stufa a legna anche se non perfettamente a norma? Quante persone rischiano di vivere il problema che ha dovuto affrontare Ornella?