Intelligenza artificiale e machine learning: così un algoritmo potrà rivelare la terapia precisa per un tumore

Un gruppo di ricercatori internazionali ha realizzato un algoritmo in grado di combinare un preciso identikit dei tumori con le peculiarità delle molecole dei farmaci per fornire indicazioni sul trattamento terapeutico migliore per combatterlo.
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Kevin Ben Alì Zinati 3 Febbraio 2023
* ultima modifica il 03/02/2023

Le strade per affrontare e vincere un tumore sono tendenzialmente due: leggerne in anticipo i sintomi e diagnosticarlo per tempo oppure aggredirlo con le terapie più efficaci e “giuste” possibili.

Un team di ricercatori del Sylvester Comprehensive Cancer Center della Miller School of Medicine dell’Università di Miami e dell’Istituto per la genetica del cancro dell’Università Columbia di New York ha appena accelerato la corsa lungo questa seconda via.

Grazie anche alla collaborazione con scienziati italiani, hanno infatti messo a punto un nuovo algoritmo capace di costruire un preciso identikit dei tumori e combinarlo con le peculiarità delle molecole dei farmaci fornendo ai medici un’indicazione sul trattamento terapeutico migliore per combatterlo.

Sphinks, come è stato ribattezzato l’algoritmo, è stato realizzato a partire dall’analisi del glioblastoma, il più comune e letale tumore al cervello con una percentuale di sopravvivenza a 5 anni molto bassa e per il quale non abbiamo ancora trattamenti definitivi.

Sulla rivista Nature Cancer, i ricercatori hanno spiegato che attraverso sistemi di intelligenza artificiale e machine learning di aver analizzato le caratteristiche del tumore, dai geni al lipidi fino alle proteine che lo compongono individuando due bersagli terapeutici – due chinasi (PKCδ e DNA-PK) – strettamente correlati alla progressione di sottotipi di glioblastoma.

Sfruttando poi le potenzialità degli organoidi, ovvero degli organi 3D prodotto in laboratorio e in grado di mimare il funzionamento di quelli veri, hanno dimostrato che questi due enzimi avevano il maggiore impatto sulle caratteristiche maligne in due sottotipi di glioblastoma: colpendoli con farmaci mirati per interferire con la loro attività, hanno visto che il tumore rallentava la propria crescita.

Da qui agli altri tumori il passo è stato breve. Le successive analisi eseguite con Sphinks hanno infatti dimostrato che queste chinasi erano ugualmente attivate anche nel cancro al seno e ai polmoni.

Capisci, quindi, che con questo sistema i ricercatori sono pronti per costruire una sorta di database in grado di collegare il farmaco giusto (noto e magari già utilizzato per altre patologie) al “suo” bersaglio terapeutico offrendo ai pazienti nuove potenziali soluzioni terapeutiche per diverse patologie. A partire dal glioblastoma per arrivare poi ad altre aggressive forme di tumore.

Fonte | "Integrative multi-omics networks identify PKCδ and DNA-PK as master kinases of glioblastoma subtypes and guide targeted cancer therapy" pubblicato il 2 febbraio 2023 sulla rivista Nature Cancer

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