Isola del Giglio, al via l’abbattimento dei mufloni: “È una specie aliena”. Ma gli animalisti non ci stanno

Dal 22 novembre al 20 dicembre un gruppo di cacciatori assoldati dal Parco Nazionale Arcipelago Toscano procederà con la fucilazione di qualche decina di mufloni che vivono sull’isola del Giglio, come prevede il progetto europeo Life LetsGo Giglio. Il motivo? Non sono originari del territorio e danneggiano la biodiversità locale. Dure critiche da parte della Lav: “Operazione condotta senza uno straccio di studio scientifico che possa dimostrare gli impatti negativi provocati dagli animali”.
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Federico Turrisi 22 Novembre 2021

La loro presenza sul territorio è considerata nociva, e pertanto vanno eliminati. Si riaccende la polemica sui mufloni dell'isola del Giglio, in provincia di Grosseto. Stiamo parlando di non più di una cinquantina di esemplari, che furono introdotti per scopi scientifici e di conservazione della specie.

A partire dalla giornata di oggi, e fino al 20 dicembre, decine di cacciatori, autorizzati dall'ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano, potranno sparare a questi mufloni. Sì, hai capito bene. La motivazione di questa scelta è legata al fatto che i mufloni sono una specie aliena invasiva, ovvero non sono originari del Giglio e arrecherebbero danni all'agricoltura e alla biodiversità locali. Gli animali, insomma, vanno abbattuti per non alterare l'ecosistema dell'isola. È quanto prevede il progetto Life LetsGo Giglio, finanziato con 1,6 milioni di euro di soldi pubblici, per lo più provenienti dall’Unione Europea.

Si oppone fermamente allo sterminio dei mufloni la Lav (Lega anti Vivisezione), che sottolinea come, nonostante i danni all’agricoltura causati dagli animali siano stati definiti “ingenti”, in 19 anni le richieste di indennizzo hanno raggiunto in totale appena 1.200 euro totali. Un costo dunque poco rilevante. L'accusa, inoltre, è che l'eradicazione dei mufloni dal territorio sia condotta senza alcuna base scientifica.

"L'operazione" – si legge un comunicato dell'associazione animalista – potrebbe rivelarsi un boomerang dal punto di vista dell'ambiente che gli stessi progetti Life dovrebbero invece tutelare. L'attuale popolazione di mufloni del Giglio è stata costituita intorno alla metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, per interessamento di alcuni scienziati, perché nell'ambiente zoologico nazionale c'era il timore che queste pecore selvatiche fossero prossime all'estinzione in natura".

Secondo la Lav, lasciare in vita il gruppo di mufloni significherebbe quindi preservare "un pool genetico e fenotipico di indubbia importanza biologica, oltre che storica, la quale è ora messa in pericolo dal progetto voluto dal Parco. Il rischio" – prosegue la nota – "è ripetere il grossolano errore commesso dal progetto Resto con Life sull'isola di Pianosa che, a causa della massiccia distribuzione di esche avvelenate, ha determinato l'eradicazione dell'ultimo nucleo di una rarissima sottospecie della lepre europea".

"Chiediamo un intervento urgente da parte del Ministro della Transizione Ecologica" – ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile Lav dell'area Animali Selvatici – "per sospendere le operazioni di uccisione dei mufloni così da consentire una puntuale attività di verifica sui contenuti del progetto e sulle modalità di esecuzione dello stesso. Non è accettabile che decine di animali vengano massacrati, e con il denaro dei cittadini".