
L’Italia è tra i Paesi più virtuosi per sviluppo sostenibile: è prima per riciclo dei materiali, ma può migliorare ulteriormente perché è ancora distante dal crescere economicamente senza utilizzare nuove risorse. L’Agenda 2030 prevede al 12° goal proprio questo obiettivo: “Minimo spreco, massima resa”.
Come intervenire? Con il riciclo delle risorse innanzitutto, come previsto anche dal Green Deal europeo. Il risparmio sarebbe sia energetico che economico. Per il 4° Rapporto sull'economia circolare in Italia del 2022 presentato ieri, il riciclo di 10mila tonnellate di rifiuti produce nel nostro Paese 115 posti di lavoro, mentre la scelta di destinarli in un inceneritore solamente due.
L’Italia quindi dovrebbe raddoppiare la circolarità entro il 2030, che per gli imprenditori vuol dire “oggi”, perché per preparare le imprese a questo obiettivo ci vogliono diversi anni.
Dal rapporto emerge che in Italia abbiamo un’economia prevalentemente basata ancora su vecchi modelli di produzione. Se hai fatto caso ai balzi dei prezzi della benzina e di altri beni capirai che dobbiamo mettere un freno alle importazioni di materie prime. Invece di riutilizzare i materiali ne importiamo o ne estraiamo di nuovi, causando un aumento delle emissioni di CO2 dovuto alla lavorazione delle risorse.
Il report mostra come l’Italia dopo la pandemia abbia ricominciato a importare materie prime e la situazione è peggiorata per via della crisi russo-ucraina. “Questo modello è altamente vulnerabile perché è troppo esposto ai fattori esterni”, spiega il Presidente del Circular Economy Network Edo Ronchi, “e porta a importanti conseguenze di approvvigionamento oltre che a quelle relative agli impatti ambientali”.
In quasi tutti i punti del report l’Italia mostra un trend di crescita positivo. Con il 68% di rifiuti riutilizzati è il Paese che ricicla di più fra tutti gli Stati europei, che hanno una media del 32% . Di conseguenza è quello che ha fatto meglio, tra il 2016 e il 2020, riutilizzando il 21,6% di tutti i rifiuti, speciali e non. Le risorse italiane riutilizzate inoltre sono produttive più degli altri Paesi, questo perché, secondo Edo Ronchi, siamo un paese manifatturiero.
Purtroppo devi sapere che non stiamo crescendo nell’utilizzo delle fonti rinnovabili, a differenza degli altri Paesi come la Spagna, la Germania e la Francia. Con il 18,2% siamo il secondo Paese dopo la Spagna (18,4%) a utilizzare energia rinnovabile. Il trend di crescita dell’utilizzo di fonti rinnovabili sul consumo totale lordo di energia però, al contrario della Spagna, è fermo al 0,66% e non cresce. In Italia esistono poi 23mila aziende che si occupano di riparare le risorse per non destinarle alle discariche, e questo numero potrebbe essere ulteriormente incrementato rispetto a Paesi come la Spagna (28mila circa) e la Francia (33mila circa).
La transizione circolare è una necessità per moltissimi Paesi, ma per noi in particolare è un’urgenza per via della nostra totale dipendenza dalle materie prime. In occasione della presentazione del rapporto 2022, il Direttore del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali dell’Enea Roberto Morabito ha ricordato l’importanza della Simbiosi industriale, ovvero “lo scambio di tutte le risorse possibili tra cicli produttivi differenti”.
Il processo riduce l’impatto energetico e le emissioni di CO2. Ne derivano vantaggi economici, energetici e sociali: dall'aumento dei posti di lavoro alla riduzione dei costi fino allo smaltimento dei rifiuti, e quindi di bollette più basse che peseranno meno anche su di te.