La vittoria di Javier Milei alle elezioni presidenziali argentine ha suscitato preoccupazione non solo tra gli ambientalisti e le organizzazioni per la tutela del clima del Paese, ma anche per chiunque abbia a cuore le tematiche ambientali. Il nuovo presidente, un libertario di estrema destra, ha ripetutamente negato l'esistenza del cambiamento climatico, sostenendo che si tratta di una "bufala socialista".
Sono diventati virali le immagini che ritraggono Milei durante un comizio brandire una motosega accesa, per di più a una vicinanza incredibilmente pericolosa dai suoi sostenitori. Un gesto che dovrebbe simboleggiare le sue intenzioni di "tagliare via" le istituzioni dello Stato e le battaglie "della casta", tra cui appunto rientra anche la lotta a difesa dell'ambiente.
Le posizioni di Milei sulla questione climatica sono in linea con la sua visione generale del mondo. Il presidente argentino è un sostenitore dell'economia di libero mercato e della riduzione del ruolo dello Stato. In questo contesto, la lotta al cambiamento climatico, che richiede un intervento pubblico significativo, non sono non è una priorità, ma viene apertamente negata.
In campagna elettorale, Milei ha proposto di eliminare il Ministero dell'Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile. Ha anche criticato le politiche ambientali dell'Unione Europea, accusandole di essere dannose per l'economia argentina.
Le preoccupazioni degli ambientalisti riguardano l'impatto che le politiche di Milei potrebbero avere sull'ambiente argentino. Il paese è già uno dei più vulnerabili al cambiamento climatico, con frequenti eventi meteorologici estremi, come siccità, inondazioni e incendi.
Una delle conseguenze più immediate della presidenza di Milei potrebbe essere la riduzione degli investimenti in energie rinnovabili. L'Argentina ha un grande potenziale per lo sviluppo di energie pulite, come l'energia solare ed eolica. Tuttavia, Milei ha espresso dubbi sull'efficacia di queste tecnologie e ha suggerito di concentrarsi invece sullo sviluppo delle risorse fossili.
Un'altra preoccupazione è che la presidenza di Milei potrebbe portare a un peggioramento della deforestazione. L'Argentina è un importante produttore di soia e carne, due industrie che contribuiscono alla deforestazione delle foreste pluviali. Milei ha proposto di ridurre le restrizioni alla proprietà terriera, il che potrebbe facilitare la deforestazione a fini agricoli.
Infine, la presidenza di Milei potrebbe portare a un aumento delle emissioni di gas serra. Il paese è già uno dei più grandi emettitori di gas serra dell'America Latina. Milei ha proposto di ridurre le tasse sulle emissioni di CO2, il che potrebbe incoraggiare le aziende a continuare a produrre emissioni.
Gli ambientalisti argentini e quelli di tutto il mondo si stanno già mobilitando per contrastare le politiche di Milei sulla questione climatica. Tuttavia, è probabile che il nuovo presidente abbia difficoltà a realizzare le sue promesse, a causa dell'opposizione del Congresso argentino.
Ecco alcuni dei possibili scenari che potrebbero verificarsi in Argentina sotto la presidenza di Milei:
È ancora presto per dire quali saranno le conseguenze concrete delle politiche di Milei sulla questione climatica. Tuttavia, è chiaro che la sua presidenza rappresenta una sfida significativa per la tutela dell'ambiente in Argentina.