
Proseguono le polemiche intorno al Jova Beach Party, il maxi-evento musicale itinerante sulle spiagge italiane organizzato da Jovanotti. Dopo la discussione sulla tappa di Marina di Ravenna, per organizzare la quale sono stati – tra le altre cose – rimossi 65 metri di tamerici, ora il dibattito si è spostato sull'appuntamento di Vasto, in programma il prossimo 19 agosto.
Proprio la tappa di Vasto era stata annullata nel 2019 per ragioni di ordine pubblico, legate alla gestione del massiccio afflusso di persone previsto in un'area sensibile come quella del litorale. Non a caso, anche quest'anno è stata ridotta la capienza rispetto alla proposta originaria degli organizzatori, portando i biglietti disponibili da 26mila a 20mila.
Ma diverse associazioni (Lipu Abruzzo, Arci Vasto, Stazione Ornitologica Abruzzese, Gruppo Fratino Vasto) hanno preso parola nelle scorse ore principalmente sui problemi di carattere ambientale. Esponendo dure critiche all'evento, definito "insostenibile", ma anche affermando che le spiagge "non sono discoteche".
Le associazioni hanno presentato un dossier di osservazioni relative alla Valutazione di Impatto Ambientale dell'iniziativa, criticata nel suo esito favorevole. "L'area scelta aveva delle caratteristiche ambientali di interesse per la presenza del Fratino che nidifica e di specie dunali importanti come il ginestrino delle spiagge", ha spiegato Augusto De Sanctis, membro della Stazione Ornitologica Abruzzese.
Con la decisione del Comune abruzzese di dare l'ok all'evento, "si è così alterato un sito che aveva una naturalità e che era destinato dal Piano Comunale e Regionale a area di interesse naturalistico". Il Fratino è un uccello notoriamente in via d'estinzione, e lo spianamento delle dune metterebbe dunque a serio rischio le condizioni ambientali necessarie alla sua riproduzione.
Il Jova Beach Party è stato messo nel mirino come detto anche dalla sezione abruzzese della Lipu, la Lega Italiana Protezione Uccelli. "Le spiagge in generale in Italia sono state quasi distrutte e sono rimaste solo piccole zone superstiti, dove sono rimaste flora e fauna di pregio come per esempio appunto il Fratino o la tartaruga di mare", ha spiegato Stefano Allavena dell'associazione animalista.
"Su queste zone di pregio si è concentrata l'attenzione degli organizzatori di concerti che comporta intanto lo spianamento delle dune, la distruzione della vegetazione, rendendo l'ambiente completamente inutile e non abitabile alle specie vegetali e animali". Specie che, ha aggiunto Allavena, "sono tutelate a livello comunitario e nazionale, per cui si stanno facendo delle operazioni contrarie alle direttive internazionali a cui l'Italia deve uniformarsi e deve rispettare".
"Noi crediamo che i concerti si debbano fare negli stadi e non nei siti di interesse naturalistico", ha poi sferzato De Sanctis. Ma il sindaco di Vasto non sembra della stessa opinione. "L'area del concerto non è né riserva, né sito di interesse comunitario", ha scritto il primo cittadino locale Giuseppe Menna in una lettera rivolta direttamente al Ministero della Transizione Ecologica Roberto Cingolani.
Nella lettera, Menna si accusa le associazioni ambientaliste di "allarmismo psicologico ed eco-ambientale" in merito a un concerto che si svolgerà "nel pieno rispetto della natura e dell'ecosistema circostante". Ma il Wwf, che ha finora patrocinato tutte le tappe dell'evento, si è dissociato per quanto riguarda quelle di Vasto, affermando dubbi sull'operato del Comune.
Insomma, siamo di fronte a posizioni decisamente contrapposte sulla situazione tra associazioni ambientaliste e istituzioni. Facile che nelle prossime ore la polemica continui, e che lo stesso Jovanotti debba prima o poi prendere nuovamente parola sull'argomento.