La barriera anti-plastica sul Tevere funziona: in un mese bloccati 460 kg di rifiuti prima che finissero in mare

Dei rifiuti raccolti tramite il sistema di intercettazione, posto vicino alla foce del Tevere, nel comune di Fiumicino, il 46% è costituito da scarti plastici. Prossima tappa: sperimentare la barriera “acchiappa plastica” in un tratto del fiume più vicino alla città di Roma e anche sull’Aniene.
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Federico Turrisi 21 Dicembre 2019

Non è la prima volta che ti parliamo di dighe che intercettano la plastica e gli altri rifiuti nei fiumi. Se ricordi, ti avevamo presentato la sperimentazione sul Po e poi quella sull'Arno. A fine ottobre è arrivato il turno del Tevere. E i risultati sembrano proprio incoraggianti: in un mese la barriera ha bloccato oltre 460 chilogrammi di rifiuti, prima che questi raggiungessero il mare. Di questi, in base ad un campione analizzato, il 46% è costituito da materie plastiche. Considera che le barriere posizionate sul Po hanno consentito il recupero di circa 300 chili in quattro mesi. Pare dunque che il progetto, che vede la Regione Lazio in prima fila, stia avendo successo

In sostanza, si tratta di barriere in polietilene poste nel letto del Tevere, non lontano dalla foce del fiume, nel territorio del Comune di Fiumicino, in grado di intercettare i rifiuti e accumularli in un’area specifica. Il sistema è stato realizzato da Castalia Operation srl ed è composto da due barriere, una lunga 4 metri e l'altra 6, che con le loro reti intercettanti convogliano gli scarti in una zona di raccolta. Una volta riversati in degli appositi contenitori, i rifiuti vengono spediti alla società Loas Italia, che, per conto di Corepla (Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo ed il Recupero degli Imballaggi in Plastica), ha il compito di avviare a riciclo la plastica raccolta, o meglio quella percentuale che è possibile riciclare.

Dato il successo dell'iniziativa, l'esperimento è stato prorogato. Dopo altri due mesi, sono stati raccolti circa 1300 chilogrammi di rifiuti plastici: di fatto la quantità di materiale intercettato è triplicata. La barriera dunque rimane là dove si trova adesso sul Tevere per altri tre mesi, fino a metà maggio.

Cristiana Avenali, responsabile Piccoli comuni e Contratti di fiume della Regione Lazio, ha fatto sapere che l'obiettivo è quello di utilizzare le barriere anti plastica in un tratto del Tevere più vicino a Roma e anche sul fiume Aniene. Il secondo corso d’acqua del Lazio infatti, nel tratto urbano, trasporta molti rifiuti che poi, inevitabilmente, finiscono in mare, aggravando il problema dell'inquinamento da plastica.

(aggiornato il 18 febbraio 2020)