
La capitale dell'Alaska, Juneau, è in pieno stato d'emergenza a causa di un'inondazione record che durante il weekend del 5 e 6 agosto ha colpito la città.
A causarla è stata la rottura del Suicide Basin, un bacino laterale del ghiacciaio Mendenhall, sotto il peso delle enormi quantità di acqua liberate dal suo progressivo, ma inesorabile, scioglimento.
Anche questa volta, c'entra il riscaldamento globale, che sta minacciando la sopravvivenza dei ghiacciai: secondo il Servizio Meteorologico Nazionale, riporta ABC News, inondazioni di questo tipo non sono un novità. È infatti dal 2011 che il Suicide Basin produce inondazioni del lago Mendenhall e del fiume omonimo, alimentate dai cedimenti del lago glaciale dal 2011. Ma difficilmente le inondazioni raggiungono simili potenze.
Ha fatto il giro del web il video di un casa sul margine del fiume Mendenhall, trascinata via della corrente, un'immagine piuttosto esplicativa della potenza dell'inondazione che in questi giorno ha colpito la città.
Una potenza, che hanno spiegato gli esperti, sarebbe stata difficile da prevedere: Aaron Jacobs, idrologo del Servizio Meteorologico Nazionale ha spiegato ad ABC News, che sebbene in occasione di cedimenti nel Suicide Basin sia normale aspettarsi flussi di acqua, un'inondazione come quella appena vista era difficile da immaginare.
Secondo la Federal Emergency Management Agency (FEMA), che ha creato una mappa delle inondazioni a Juneau, un'alluvione della potenza di 17mila piedi cubi al secondo si verifica una volta ogni cento anni, mentre un'inondazione con una scarica di 20mila piedi cubi al secondo è stimata possibile una volta ogni 500 anni.
L'inondazione che si è verificata sabato sera è stata il risultato di un evento di scarico di circa 25.000 piedi cubi al secondo, cosa che secondo la FEMA avrebbe avuto l'1% di possibilità di verificarsi.
Ciò che rendere ancor più inverosimile l'intera vicenda è l'impatto che il progressivo scioglimento del ghiacciaio Mendenhall sta avendo sui turisti.
Ogni giorno, migliaia di persone sbarcano dalle navi da crociera e si riversano sul lungomare della città per poi raggiungere un'area dalla quale si può ammirare il ghiacciaio, che già nel 2050 potrebbe non essere più visibile dal punto dove oggi arrivano così tanti turisti.
Secondo le stime dei ricercatori della University of Alaska Southeast, tra il 2007 e il 2021 il fronte del ghiacciaio si è ritirato per un area equivalente a otto campi di calcio.
I turisti, attratti dal triste fenomeno del last chance tourism(letteralmente il "turismo dell'ultima occasione") sono così tanti che l'amministrazione locale ha dovuto raggiungere un accordo con le ditte del trasporto marittimo per limitare il numero di navi in arrivo nella capitale il prossimo anno.