La carenza di ferro fa aumentare il rischio celiachia: quali alimenti mangiare per contrastarlo (anche vegetali)

La celiachia è un’intolleranza ereditaria al glutine, una proteina presente nel grano, nell’orzo e nell’avena, che provoca l’infiammazione della mucosa dell’intestino tenue, provocando sintomi che includono diarrea, denutrizione e perdita di peso. Secondo un recente studio, la carenza di ferro potrebbe contribuire al rischio di sviluppo di celiachia.
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10 Aprile 2024 * ultima modifica il 10/04/2024

Il ferro è un minerale presente nel nostro organismo, componente fondamentale dell’emoglobina; una sua carenza può provocare anemia e, conseguentemente, riduce la capacità di far arrivare l’ossigeno ai tessuti e agli organi, causando stanchezza, disturbi gastrointestinali, affaticamento, calo delle difese immunitarie e difficoltà di memoria. Secondo una recente ricerca scientifica, potrebbe favorire anche lo sviluppo della celiachia.

La nuova ricerca

Secondo un recentissimo studio realizzato da un gruppo di scienziati dell’Università di Washington e pubblicato su BMJ Open Gastroenterology, la carenza di ferro può svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo della celiachia.

La relazione è stata suggerita in quanto la carenza di ferro è molto comune in coloro che soffrono di celiachia, e lo studio quindi verte sulla valutazione di questa relazione: sono stati analizzati 336.638 individui, di cui 1.855 affetti da celiachia, tramite una randomizzazione mendeliana (MR) su campioni.

I risultati della ricerca hanno evidenziato come livelli di ferro geneticamente più bassi siano associati ad un aumento del rischio di malattia celiaca, evidenziando una potenziale opportunità per la prevenzione della patologia stessa. È improbabile che la carenza di ferro sia l’unico fattore scatenante la celiachia, ma la carenza di ferro è altamente prevalente nella malattia celiaca, mostrando associazioni tra le due condizioni. Questa relazione dovrà ovviamente essere confermata con altri studi clinici.

Come scoprire se si è carenti di ferro

La forma più comune di anemia, quella causata da carenza di ferro, è riconoscibile da diversi sintomi che potrebbero presentarsi, come:

  • affaticamento;
  • stanchezza;
  • sonnolenza;
  • pallore;
  • mancanza di respiro;
  • palpitazioni;
  • fragilità di capelli e unghie;
  • difficoltà di memoria e concentrazione;
  • mal di testa;
  • insonnia;
  • sbalzi di umore, irritabilità.

Se si verifica la presenza di questi sintomi, l’unico modo per diagnosticare ufficialmente una condizione di carenza di ferro è eseguire dei semplici esami del sangue, soprattutto per valutare la sideremia (la concentrazione di ferro circolante), la ferritina (per valutare le scorte di ferro dell’organismo) e la transferrina (la capacità di legare e trasportate il ferro).

Sono soprattutto le donne a rischio di carenza di ferro, a causa principalmente del ciclo mestruale e della gravidanza, in quanto la richiesta di ferro, in quei casi, è maggiore durante i nove mesi di gestazione.

Come aumentare il ferro

Ovviamente la prima possibilità che abbiamo per cercare di aumentare il livello di ferro nel nostro organismo è grazie all’alimentazione. Il ferro più assimilabile è quello contenuto negli alimenti di origine animale, come:

  • carne di bovino, di cavallo, di maiale, di pollo e tacchino;
  • frattaglie e fegato;
  • crostacei e molluschi;
  • uova.

Tra gli alimenti di origine vegetale ricchi di ferro troviamo:

  • legumi, in particolar modo lenticchie e ceci;
  • tofu;
  • frutta secca;
  • verdure a foglia verde;
  • erbe aromatiche come prezzemolo, rosmarino e basilico.
Laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Pavia, ha svolto periodi di formazione in ospedali universitari della Comunidad altro…
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