La Cina punta a mettere in commercio plastica autodistruggente: di cosa si tratta

Bottigliette di plastica, posate e bicchieri in plastica e tutti gli altri oggetti creati con questo materiale potrebbero finalmente autodistruggersi senza danneggiare l’ambiente. Non si tratta di una trama di un film, ma di un sogno che vuole realizzare la Cina.
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Mattia Giangaspero 15 Ottobre 2024

Forse siamo arrivati alla soluzione definitiva per quanto riguarda il tema "oggetti in plastica". La Cina punta a risolvere il problema dei rifiuti, ma soprattutto il problema del quanto tempo impiegano i rifiuti di plastica a degradarsi.

L'obiettivo è quello di creare una tipologia di plastica chiamata "plastica autodistruggente". Si tratta di un materiale he si degrada automaticamente dopo un certo periodo di tempo o in determinate condizioni ambientali. La tecnologia alla base di questa plastica coinvolge l'uso di batteri mangiaplastica o additivi chimici che accelerano il processo di degradazione.

L'azienda in Europa che è più avanti nello sviluppo di questo genere di materiale plasticoso è la Polymateria, una startup con sede a Londra. La loro plastica autodistruggente, chiamata Lyfecycle, è progettata per degradarsi completamente entro un anno se non viene riciclata.

Questo è reso possibile grazie a un additivo che viene incorporato nella plastica durante il processo di produzione. L'additivo rimane inattivo durante l'uso normale del prodotto, ma si attiva quando la plastica viene esposta a condizioni ambientali specifiche, come la luce solare e l'umidità.

In Cina invece sono sicuri di mettere già in commercio questo materiale, come se la tecnologia l'avessero uscita dal cilindro. Ovviamente non è così, si tratta di ingegneria biologica. Questa plastica è nata quasi 10 anni fa, nel 2016, in un impianto di riciclaggio in Giappone e i cinesi adesso la stanno replicando per metterla in vendita.

Infatti i ricercatori della Chinese Academy of Sciences guidati Chenwang Tang hanno creato una nuova plastica che incorpora direttamente i batteri mangia-plastica che si attivano per mangiarla.

Fonte Science Alert