“La CO2 assorbita dal mare è inquinamento” inizia una storica battaglia delle isole Bahamas Tuvalu e Antigua

Le isole Tuvalu, Antigua e Bahamas portano al tribunale internazionale di Amburgo la loro battaglia per riconoscere che l’assorbimento di CO2 da parte dei mari è una forma di inquinamento. Cosa dice la scienza?
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Mattia Giangaspero 12 Settembre 2023

Bisogna partire da un ragionamento onirico per capire quel che sta accadendo. In sostanza sappiamo tutti che i mari assorbono una quantità di CO2 che viene emessa dall'uomo o dalle azioni umane. Ecco, questo avviene in modo naturale, però il fatto che i mari assorbano CO2 si può comunque considerare inquinamento? È molto complicato capirlo, accentando anche questa considerazione, ma ti sto raccontando questo perchè si tratta dello stesso ragionamento che hanno avuto le istituzioni di alcune delle isole insulari che più soffrono l'innalzamento dei mari, ovvero le isole Tuvalu, Antigua, Barbuda, Vanuatu e le Bahamas. L'assorbimento di CO2 da parte dei mari è naturale, ma se l'uomo non l'avesse emessa? La comprensione sta proprio in questo limbo, tra azione naturale, ma anche naturalmente evitabile a monte.

“Il livello del mare si sta alzando rapidamente, minacciando di sprofondare le nostre terre sotto l’oceano”, scrive in una nota Kausea Natano, primo ministro di Tuvalu. “Gli eventi meteorologici estremi, che crescono in numero e intensità ogni anno che passa, stanno uccidendo la nostra gente e distruggendo le nostre infrastrutture. Interi ecosistemi marini e costieri stanno morendo in acque che stanno diventando sempre più calde e acide”.

Volendo essere banali, sappiamo che l'uomo contribuisce ad aumentare esponenzialmente le emissioni di CO2 che si emettono in natura e questo porta anche ad un assorbimento maggiore di esse da parte dei mari. Ecco quell'assorbimento maggiore può essere considerato inquinamento? Per le isole che ti ho citato prima la risposta è sì, per la scienza invece ancora non si sa, ma a breve…

Sì perchè le stesse isole si sono appellate al tribunale di Amburgo che è competente per dirimere le questioni sul diritto internazionale del mare. Ai sensi della convenzione ONU sul diritto del mare, infatti, gli Stati hanno l’obbligo vincolante di tutelare gli oceani dall’inquinamento.

Torniamo adesso sul mondo empirico. L'inquinamento dei mari dovuto all'assorbimento di CO2 può essere ovvio nel momento in cui le emissioni di gas serra di origine antropica alterano il pH dei mari che diventano a loro volta più acidi. Questo porta a un cambiamento nell'ecosistema marino e quindi in tutta la biodiversità delle acque.

Continuiamo con la scienza. L’oceano genera il 50% dell’ossigeno di cui abbiamo bisogno, assorbe il 25% di tutte le emissioni di anidride carbonica e cattura il 90% del calore in eccesso generato da queste emissioni. L’eccessivo inquinamento da carbonio, la CO2, provoca reazioni chimiche dannose come lo sbiancamento, l’acidificazione e la deossigenazione dei coralli e mette a repentaglio la continua capacità dell’oceano di assorbire l’anidride carbonica e salvaguardare la vita sul pianeta. Quindi poichè assorbe CO2 in modo naturale, sempre in modo naturale potrebbe non assorbirla più. È un cerchio, un loop che dobbiamo spezzare in tutti i modi per evitare il peggio.

Gaston Alfonso Browne, Primo Ministro di Antigua e Barbuda, ha dichiarato:

"Nonostante le nostre trascurabili emissioni di gas serra, i membri del COSIS hanno sofferto e continuano a soffrire il peso schiacciante degli impatti negativi del cambiamento climatico. Senza un'azione rapida e ambiziosa, il cambiamento climatico potrebbe impedire ai miei figli e ai miei nipoti di vivere sull'isola dei loro antenati, l'isola che chiamiamo casa. Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a tale ingiustizia. Siamo venuti davanti a questo Tribunale nella convinzione che il diritto internazionale debba svolgere un ruolo centrale nell’affrontare la catastrofe che vediamo svolgersi davanti ai nostri occhi”.

Molti dati quindi potrebbero portare il tribunale di Amburgo a confermare quanto espresso dalle isole e questo garantirebbe un appiglio giuridico in più per tutti gli Stati di dover agire a contrastare la crisi climatica anche per l'eccesso di inquinamento nelle acque. Anche se non vincolante, il parere della corte potrebbe indicare agli stati le mosse necessarie per limitare il riscaldamento globale sotto gli 1,5°C. A sua volta, questo parere potrebbe poi essere usato in altre sedi internazionali per accelerare l’azione climatica.