La lotta alla crisi climatica e ambientale è una sfida globale, da vincere facendo squadra e sistema, perché il Pianeta è uno solo, e le interconnessioni sono talmente tante che è impossibile pensare di risolvere il problema da soli.

Detto questo, ci sono sicuramente dei paesi che stanno facendo di più sulla strada per la transizione ecologica, sia grazie alle loro maggiori possibilità economico-sociali, ma anche per una miglior sensibilità e volontà politica. È difficile, certo, quantificare l'impegno di uno stato su questi temi, ma ogni anno ci prova lo Yale center for Environmental law & policy, elaborando un indice, l'Environmental Progress Index (Epi).

Come nasce l'indice di performance

L'Epi analizza le performance di 180 paesi basandosi su 40 indicatori, che rientrano in undici categorie, a loro volta racchiuse in tre grandi temi.

Il primo riguarda il clima, e pesa per il 38% del totale. Al suo interno c'è una sola, grande categoria: mitigazione della crisi climatica. Il secondo macrotema è quello della salute ambientale, contribuisce per il 20% alla formazione dell'Epi e comprende la qualità dell'aria, la gestione dei rifiuti, quella dell'acqua e dei metalli pesanti.

Il terzo e ultimo gruppo di indicatori viene chiamato vitalità degli ecosistemi, vale il 42% e si divide in biodiversità e habitat, servizi ecosistemici, pesca, agricoltura, pioggia acida e risorse idriche.

I migliori e i peggiori paesi

In base a tutto questo, il paese che si sta impegnando di più nella lotta alla crisi climatica e ambientale attualmente è la Danimarca, che ha totalizzato 77,9 punti nell'Environmental progress index 2022. Dietro di lei, completano il podio il Regno Unito e la Finlandia.

L'Italia si piazza al 23esimo posto, con 57,7 punti, mentre per trovare il primo paese non europeo in classifica bisogna arrivare al 25esimo posto del Giappone e al 26esimo della Nuova Zelanda. Gli Stati Uniti sono solo 43esimi, la Russia 112esima, la Cina 160esima.

Il paese peggiore in questa classifica è l'India, che ha totalizzato appena 18,9 punti, mentre Myanmar e Vietnam sono rispettivamente penultimo e terzultimo.