
La difesa dell’ambiente e la lotta al cambiamento climatico potranno essere inserite all’interno della Costituzione francese, dal momento che il Paese non sta facendo abbastanza per rispettare gli obiettivi fissati con l’accordo di Parigi né gli impegni ambientali nazionali.
L’ha annunciato ieri il presidente francese Emmanuel Macron alla fine di una riunione tenutasi con i membri della Convenzione dei cittadini per il clima, una realtà composta da 150 cittadini estratti a sorte istituita mesi fa dal Governo stesso per proporre misure di lotta ai cambiamenti climatici.
La riforma dovrebbe prima passare all’Assemblea nazionale e poi al Senato, per poi finire sul tavolo della democrazia diretta e approdare, a detta di Macron, nell’articolo 1 della norma suprema del sistema giuridico francese.
Un messaggio portatore di un’intenzione che allo stato attuale delle cose dovrebbe risultare scontato per qualsiasi Paese, indipendentemente dal colore del partito politico al Governo. Quello di Macron è un segnale forte di legittimazione di un bisogno di tutelare il Pianeta che segue anche la volontà di annoverare tra i reati anche quello di ecocidio, espressa dal parlamento francese qualche settimana fa. Una dichiarazione cui, però, è fondamentale che seguano azioni davvero concrete. Altrimenti sono solo parole.
È a questo e ad altre obiezioni che si sono appellati opposizione e associazioni come Greenpeace per criticare l’iniziativa, definita dal capogruppo dei Republicain in Senato “inutile” dal momento che “la carta per l’ambiente ha già valore costituzionale” e dall’ong ambientalista “un annuncio essenzialmente simbolico”.