
In Corea del Sud mangiare carne di cane e gatto è per tradizione considerato normale, ma forse non lo sarà ancora per molto. Negli ultimi tempi sempre più personalità di rilievo, oltre alle associazioni di animalisti, hanno chiesto di vietare questa pratica. L'ultima a farlo è stata la first lady Kim Keon-hee, aggiungendo un tassello importante alla battaglia, ormai condivisa da un'ampia fetta della popolazione, soprattutto la più giovane.
Secondo alcuni media locali, la moglie del presidente Yoon Suk-yeol, durante un pranzo con gli attivisti per i diritti degli animali ha preso una chiara posizione in merito. Kim Keon-hee si è espressa in prima persona a favore dell'introduzione di una legge che metta a bando il consumo di carne di cane nel Paese.
D'altronde a prometterla era stato proprio suo marito, l'attuale presidente, che in campagna elettorale aveva rassicurato i cittadini assicurandone l'introduzione entro fine mandato, ovvero entro il 2027.
Se le associazioni animaliste hanno preso molto bene queste dichiarazioni, a non essere d'accordo sono stati gli allevatori di cani destinati al consumo di carne. Secondo loro, infatti, Kim Keon-hee non ha il diritto di fare una promessa del genere perché non è un funzionario del governo.
Un centinaio di allevatori si è radunato vicino all'ufficio del presidente Yoon Suk-yeol, per protestare contro questa (presunta) ingerenza e chiedere al governo piani di compensazione concreti. In alternativa propongono di poter mantenere le loro attività per un ventennio, cioè fino a quando gli anziani, che sono i principali consumatori di carne di cane, non saranno morti.
Si tenga presente che dalla fine del 2021 è in vigore in Corea del Suda una commissione per cercare un consenso sociale sulla cessazione del consumo di carne di cane, ma finora non è stato annunciato alcun accordo. Sono stati intanto compiuti importanti passi in avanti per i diritti degli animali in generale.
In ogni caso, al momento, da parte della Casa Blu (residenza del Presidente della Repubblica della Corea del Sud) non c'è stato alcun comunicato perché la conversazione di Kim Keon-hee con gli attivisti è avvenuta durante un incontro a porte chiuse.