
A colazione predilige i dolci. Prima di un match mangia un piatto di pasta condito con del sugo leggero. Ha un debole per i waffles, rigorosamente serviti con frutta fresca. Insomma, è difficile parlare in termini di “dieta del tennista" quando in campo scende Roger Federer, numero 3 del ranking mondiale ATP, pluricampione e oramai leggenda del tennis, dopo aver perso (ma come!) contro il rivale di sempre Novak Djokovic nella finale di Wimbledon di pochi giorni fa.
Ed è normale chiedersi come uno sportivo di 37 anni riesca giocare un match della durata di 4 ore e 57 minuti, sfidando un atleta di cinque anni più giovane. Certo l’allenamento, l’esperienza, il talento, ma forse anche la dieta.
Cibo e bevande sono fra le cose belle della vita e voglio godermele, non cambierò proprio ora.
In verità, Roger Federer non ha una dieta specifica. Ha una predilizione per i dolci come i waffles e il gelato, non rinuncia alla pasta e ha imparato a mangiare la carne. Fino all’età di 14 anni, infatti, la evitava, ma poi, come racconta l’ex capitano di Coppa Davis, Marc Rosset, durante la partecipazione a un raduno tecnico federale, il giovane tennista svizzero ha imparato che proteine di qualità e carboidrati sono indispensabili per sopportare gli sforzi richiesti dall’agonismo.
A colazione Federer non rinuncia ai cereali, al latte (magro), al succo di frutta e al caffè. E fin qui tutto bene. Peccato che ami aggiungere alla colazione uno "shottino" di aceto, perché sembrerebbe utile per la salute dei muscoli.
Una tesi che troverebbe sostegno da uno studio pubblicato su Medicine & Science in Sports & Exercise che evidenzierebbe come una tazzina di pickle juice (il succo dei sottaceti), aiuterebbe a contrastare l'insorgenza dei crampi muscolari. Secondo i ricercatori, qualcosa in questo succo innescherebbe un riflesso all'interno della bocca, che invierebbe un segnale ai nervi per fermare i crampi.
Ci risolleva il morale sapere che in inverno Federer non si tira indietro davanti a una buona fonduta e alla tradizionale raclette svizzera, e che ama frequentare i ristoranti giapponesi e indiani; probabilmente non disdegnerebbe neppure quelli italiani considerata la sua passione per la pasta.
Fonte| Agi