
Delle opere più rappresentative della natura te ne abbiamo già parlato e uno degli artisti più iconici di sempre quando si parla di paesaggi è senz'altro Vincent van Gogh
Si è tornato a parlare di lui grazie anche alla sua opera d'arte più famosa, ovvero "La Notte Stellata" dipinta nel 1889 durante il soggiorno dell'artista in un ospedale psichiatrico a Saint-Rémy-de-Provence.
Il motivo è tutto fuorchè artistico. L'opera in questione è stata analizzata da un team di scienziati proprio perché rivela una teoria sull'atmosfera terreste e fa pensare che Van Gogh l'abbia realizzata proprio per illustrare questa teoria.
Uno studio pubblicato su Physics of Fluid ha rivelato che le spirali e i vortici presenti nel cielo de "La Notte Stellata" seguono i principi della teoria della turbolenza di Andrey Kolmogorov, un matematico russo che ha descritto come l'energia si muove attraverso fluidi come l'acqua e l'aria.
La teoria continua spiegando come questi vortici iniziano a frammentarsi fino a diventare sempre più piccoli e lo stesso fenomeno può essere osservabile per esempio con le acque dei mari. Quando si forma un vortice si possono notare frammenti piccoli al suo interno.
Gli scienziati hanno analizzato le pennellate di Van Gogh utilizzando scansioni ad alta risoluzione del dipinto, misurando le dimensioni e la luminosità relativa dei colori.
Hanno scoperto che 14 delle forme a spirale nel dipinto corrispondono alla teoria di Kolmogorov.
Inoltre, le piccole pennellate seguono il concetto di "scaling di Batchelor", che descrive come l'energia si muove nella turbolenza su piccola scala.
Torniamo a quello che abbiamo detto all'inizio. Van Gogh ha realizzato quest'opera perché era a conoscenza della teoria di Kolmogorov?
Assolutamente no anche perché il matematico nacque 13 anni dopo la morte dell'artista olandese.
Tuttavia, la sua rappresentazione precisa della turbolenza potrebbe derivare da un'osservazione meticolosa della natura e da un'intuizione innata dei fenomeni naturali.