La Nuova Zelanda vuole obbligare la finanza a dichiarare l’impatto sul clima degli investimenti

Nel disegno di legge presentato al Parlamento si stabilisce l’obbligo per banche, compagnie di assicurazione e fondi di investimento di dichiarare nei loro report anche gli effetti sull’ambiente e sui cambiamenti climatici delle loro operazioni. La Nuova Zelanda potrebbe diventare così il primo Paese al mondo a introdurre una misura del genere.
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Federico Turrisi 16 Aprile 2021

Dietro a chi inquina l'aria, a chi distrugge le foreste e più in generale l'ambiente, c'è sempre qualcuno che ha investito dei soldi, consapevole o meno dei rischi. Nella lotta contro i cambiamenti climatici non viene spesso citato il mondo della finanza, ma in realtà il ruolo che gioca in questa partita è fondamentale. Finché infatti alcune banche, per esempio, finanzieranno progetti per la realizzazione di miniere, gasdotti o centrali a carbone nel mondo, non faremo grandi passi in avanti per cercare di raggiungere gli obiettivi stabiliti con l'accordo di Parigi sul clima.

Ecco perché potrebbe segnare una svolta la decisione che sta per prendere la Nuova Zelanda, con una legge che mira a introdurre l'obbligo per circa 200 società – tra cui la maggior parte di quelle quotate in borsa, delle grandi banche, delle compagnie di assicurazione e dei gestori dei fondi di investimento – di introdurre nei loro report gli effetti a livello ambientale e climatico dei loro investimenti. È attesa per questa settimana la prima lettura del disegno di legge da parte del Parlamento. Se il testo dovesse essere approvato, gli enti coinvolti dovranno cominciare a effettuare le prime comunicazioni nel 2023. La Nuova Zelanda (che, come l'Unione Europea, si è posta come obiettivo quello di raggiungere la carbon neutrality entro il 2050) diventerebbe così il primo Paese a fare una scelta del genere a livello globale.

La legge costringerà le società finanziarie a valutare non solo i propri investimenti, ma anche le performance ambientali delle società a cui prestano denaro. I rapporti si baseranno sul quadro della "Task force on Climate-elated Financial Disclosures" (TCFD), l'organismo costituito nel 2015 dal Financial Stability Board (FSB) che ha il compito di elaborare una serie di raccomandazioni sulla rendicontazione dei rischi legati al cambiamento climatico. Sarà compito dell'Autorità per i mercati finanziari monitorare l'effettiva conformità delle comunicazioni agli standard ambientali e climatici individuati dall'External Reporting Board. Quando si tratta di essere green, a parole sono tutti bravissimi. Ora però bisogna passare ai fatti, perché il tempo a nostra disposizione sta per scadere. Di certo, quello lanciato dal governo neozelandese rappresenta un forte segnale.