
La beeswax wrap non è l'unica alternativa ecologica alla pellicola in plastica per alimenti. Esiste, infatti, un tipo di imballaggio che ricorda ancor di più la plastica, materiale altamente inquinante a cui tuttavia il settore alimentare (per performance ed efficienza, anche per evitare sprechi dovuti alla conservazione dei cibi) non riesce a rinunciare. Si tratta di una pellicola in cellulosa derivante dagli scarti vegetali e pare essere una buona opzione: ma come funziona? Come viene prodotta? E dove si trova, per ora?
La pellicola-non-pellicola che sembra plastica ma che è ecologica è stata ideata da Lidl Swtzerland insieme a Empa, azienda tecnologica di sviluppo materiali. Le due aziende sono arrivate a realizzare una pellicola in cellulosa vegetale derivante dalla spremitura delle bucce di frutta e verdura, allo scopo di ridurre l'utilizzo di confezioni in plastica, riducendo allo stesso tempo lo spreco alimentare. In due modi: sfruttando gli scarti dell'industria per realizzare materialmente la pellicola; e allungando la vita della frutta e della verdura, senza sentirsi in colpa perché stiamo usando la plastica.
Spesso, infatti, la frutta e la verdura non vengono (giustamente!) chiuse nella plastica per evitarne l'uso eccessivo, ma come fa sapere Gustav Nyström, a capo dei laboratori Empa, "la frutta e la verdura imballate sopravvivono significativamente più a lungo. I test mostrano, per esempio, che le banane sugli scaffali del supermercato si conservano più di una settimana quando sono coperte da pellicola. L'obiettivo ambizioso è far sì che queste bio-pellicole possano in futuro sostituire tutte le confezioni a base di derivati del petrolio".
Alla base della pellicola vegetale c'è il pomace, o sansa, ovvero il materiale solido che resta in seguito alla spremitura del succo di olive, uva, frutta o verdura. La sansa viene quindi processata fino a diventare cellulosa fibrillata, che può essere spruzzata direttamente sulla frutta e la verdura per creare una pellicola protettiva da lavare facilmente via, oppure applicata in altra maniera in modo che il consumatore possa semplicemente "pelarla" via. Rispetto alla plastica, è completamente vegetale e non è quindi per niente pericolosa per l'uomo, nemmeno se ingerita, fanno sapere da Empa. Addirittura, i ricercatori pensano che potrà essere potenziata con vitamine e sali minerali.
Per adesso, i ricercatori stanno ancora sperimentando la pellicola vegetale in laboratorio, con ottimi risultati. Gli studi sono in corso dal 2019. Insieme a Lidl Switzerland e a un altro distributore di frutta e verdura, l'azienda sta portando avanti la ricerca, con l'obiettivo di portare la pellicola vegetale nella grande distribuzione (in Svizzera, prima di tutto) nel corso dei prossimi due anni, gradualmente.