La più grande foresta sempre verde al mondo è salva: Biden ripristina le protezioni cancellate da Trump

Il governo americano, mercoledì 25 gennaio, ha approvato un pacchetto di norme che hanno permesso di ristabilire la salvaguardia ambientale della foresta nazionale di Tongass, dell’Alaska. Superata la metà del mandato, Biden continua a far lotta politica a Trump, che precedentemente da Presidente d’America, aveva cancellato le restrizioni di disboscamento del luogo. Cosa prevedono le nuove regole?
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Mattia Giangaspero 30 Gennaio 2023

Una disputa che dura da più di dieci anni e che se riguarda, a livello politico, solo l'America, per la lotta ai cambiamenti climatici interessa a noi tutti. Ti sto parlando della foresta nazionale del Tongass, in Alaska, la più grande foresta pluviale temperata al mondo (ovvero sempre verde). Il Tongass infatti è un'area incontaminata di 16,7 milioni di acri che è considerata fondamentale per la cattura e stoccaggio di carbonio. Così facendo riesce quindi anche a mitigare il cambiamento climatico. Pensa che, secondo l'USDA (il dipartimento di agricoltura Usa), questo bosco sempre verde è in grado di assorbire il 10% di emissioni annuali di gas serra degli Stati Uniti.  L'amministrazione Biden grazie al ripristino delle restrizioni di disboscamento lancia un forte segnale di quale è e sarà la linea politica americana in materia di tutela dell'ambiente e della natura. E proprio la natura ringrazia la linea intrapresa dal Governo americano. Questo perchè si sta salvando un habitat naturale che, non solo funge da sequestro di emissioni dannose per l'uomo e l'aria, ma anche da salvaguardia per gli animali come salmoni e trote, orsi bruni e aquile. Anche il segretario generale del Dipartimento di Agricoltura, Tom Vilsack, ha espresso la sua gioia per quest'azione:

"Essendo la più grande foresta  sempre verde nazionale e del mondo, la Tongass National Forest è la chiave per conservare la biodiversità e affrontare la crisi climatica."

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Foresta di Tongass: la protezione ambientale di Biden-Harris

La norma che è entrata in vigore abroga una decisione presa nel 2020 dall'amministrazione Trump che aveva cancellato le misure di tutela della foresta nel sud-est dell'Alaska.

Il nuovo piano americano reintroduce una legge del 2001 che si chiama "Alaska Roadless", la quale vieta la costruzione di nuove strade e la raccolta del legname della foresta pluviale.

Subito è arrivata la contro offensiva del governatore repubblicano dell'Alaska, Mike Dunleavy, il quale ha replicato sui social la decisione intrapresa:

"Gli abitanti dell'Alaska meritano l'accesso alle risorse fornite dal Tongass: posti di lavoro, risorse energetiche rinnovabili e turismo, non un piano governativo che tratta gli esseri umani all'interno di una foresta funzionante come una specie invasiva."

Risposta immediata alle accuse del funzionario governativo che critica la scelta per una questione di perdita economica, è arrivata sempre da Tom Vilsack:

"Il ripristino delle protezioni senza strade ascolta le voci delle nazioni tribali e del popolo del sud-est dell'Alaska, riconoscendo l'importanza della pesca e del turismo per l'economia della regione."

Come ti ho detto prima, si tratta di un segnale forte che Biden e la sua maggioranza di governo vuole trasmettere sulla lotta ai cambiamenti climatici. Questa deve essere considerata una vittoria per la foresta del Tongass, la sua fauna selvatica, le comunità locali che dipendono dai suoi ecosistemi e anche per tutti noi.