La posidonia può aiutare a studiare gli effetti dell’acidificazione degli oceani

Un recente studio italiano è andato a indagare quali sono gli effetti dell’acidificazione sulla specie Posidonia oceanica nel mare di Ischia e quindi sugli equilibri dell’intero ecosistema marino. Osservare quello che accade nei “laboratori naturali” di Ischia può rivelarsi utile per avere maggiori informazioni sui possibili scenari ecologici dei mari su ampia scala.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Federico Turrisi 2 Maggio 2020

Che cosa succede in un ambiente marino più acido? Quali potrebbero essere le conseguenze per gli ecosistemi nel medio e lungo periodo? Per rispondere a queste domande, i ricercatori del dipartimento di Biologia ambientale dell'Università "La Sapienza" di Roma e della stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli hanno studiato gli effetti dell’acidificazione sulla Posidonia oceanica, pianta acquatica endemica nel mar Mediterraneo, con una serie di indagini nei fondali lungo le coste di Ischia.

Prima di andare a scoprire che cosa hanno scoperto, è necessario però fare una piccola digressione scientifica. Come saprai, una delle principali caratteristiche del mare è quella di assorbire CO2 dall’atmosfera. Il mare lo ha sempre fatto, contribuendo al mantenimento degli equilibri naturali del pianeta ed evitando che l'effetto serra si amplificasse. Tuttavia, dall'inizio dell'era industriale le emissioni di anidride carbonica legate alle attività umane sono aumentate vistosamente. L'eccessiva concentrazione di CO2 atmosferico è alla base dell'abbassamento del livello di pH dell'acqua e dunque del problema dell'acidificazione degli oceani. Si innesca così una pericolosa reazione a catena che va a minacciare le funzionalità di interi ecosistemi marini.

Eccoci quindi alla nuova ricerca di cui parlavamo all'inizio. Proprio per valutare le conseguenze dell'acidificazione, i biologi hanno studiato determinate zone sottomarine dell’isola di Ischia, dette vent, dove l’acqua risulta più acida per l’emissione naturale di CO2 di origine vulcanica. Stiamo parlando di autentici laboratori naturali dove si può comprendere meglio la capacità di adattamento delle specie vegetali e animali a un livello di pH più basso.

È emerso che una maggiore acidificazione influisce negativamente non tanto sulla crescita della pianta – anzi, le praterie di Posidonia oceanica risultano più dense nei siti acidificati rispetto a quelli caratterizzati da pH naturali – quanto sull’intero ecosistema associato. Più nel dettaglio, ridotti livelli di pH sono associati a una minore lunghezza delle foglie e condizionano le comunità epifite, ossia tutte quelle pianticelle che si servono della posidonia come semplice sostegno e non per procurarsi il nutrimento.

Questo da una parte provoca la scomparsa di alghe rosse, molluschi, echinodermi e di tutti gli altri organismi capaci di fissare il carbonato di calcio nei loro gusci e nei loro scheletri; dall’altra, favorisce l’adattamento di organismi non calcificanti, come alghe brune filamentose, idrozoi e tunicati.

La mancanza di organismi calcificanti aumenta la vulnerabilità della posidonia all’erosione del pesce erbivoro Sarpa salpa

La mancanza degli organismi calcificanti è un fattore particolarmente importante perché ha come effetto quello di aumentare la vulnerabilità della posidonia all’erosione del pesce erbivoro Sarpa salpa. Sarebbe da attribuire proprio all’intensa attività di pascolo da parte di questo pesce la ridotta lunghezza delle foglie nelle praterie studiate a Ischia.

Le informazioni raccolte riguardano sì l'isola partenopea nello specifico, ma possono essere applicabili su più larga scala. "Il vantaggio di questi risultati", commenta Giandomenico Ardizzone, coordinatore del team della Sapienza di Roma, "consiste nel fatto che questi siti sono delle vere e proprie «finestre sul futuro» per osservare i possibili scenari ecologici dei mari, sulla base dei valori di pH previsti da alcuni modelli geochimici per il 2100".

Fonte | "Effects of ocean acidification on phenology and epiphytes of the seagrass Posidonia oceanica at two CO2 vent systems of Ischia (Italy)", pubblicato su Mediterranean Marine Science il 29 marzo 2020