
Come mai rimaniamo incantati ad ammirare alcuni quadri? Ci hai mai fatto caso che ogni volta che vai in un museo, che vedi un'opera d'arte resti fermo immobile a guardarla. Ecco a questo genere di domande adesso abbiamo una risposta. Il Museo de l'Aia città dei Paesi Bassi ha commissionato quest'analisi a un gruppo di ricercatori e neuroscenziati, i quali hanno studiato gli effetti di un quadro specifico sul cervello umano. Ti sto parlando del famoso dipinto del 17° secolo di Vermeer: "La ragazza con l'orecchino di perla".
L'analisi si sofferma su diversi campi della neuroscienza. Uno dei principali motivi che ci porta a restare quasi ipnotizzati da dipinti del genere è il fatto che sia presente un volto. Infatti un fenomeno noto agli psicologi è che il cervello umano è attratto dal volto di un altro essere umano e questo perché il primo gesto che si compie è quello di osservare l'espressione del volto così da provare a decifrare il comportamento futuro della persona osservata.
Il fatto che la ragazza con l'orecchino di perla è ritratta mentre osserva generi in chi guarda il quadro un sorta di ipnosi perché non ci si sofferma mai su altri particolari se non sul volto della ragazza stessa che è come se stesse guardando anche te.
Il gruppo di neuroscienziati guidati da Martijn den Otter hanno chiesto di indossare ai visitatori del museo un paio di cuffie piene di elettrodi così da rendere possibile la misurazione dell'attività elettrica del cervello. E il risultato oltre a essere stato quello appena spiegato è stato anche quello di visualizzare una maggiore attività di una parte del cervello chiamata precuneo, ovvero una regione cerebrale nei lobi parietali coinvolta nella capacità di riflettere su se stessi. Questa regione del cervello è in grado di far emergere ricordi di quello che si è vissuto in passato.