
A.A.A. cercasi spazio per i circa 50 orsi marsicani del Parco Nazionale d'Abruzzo, Molise e Lazio. Gli orsi bruni marsicani sono uno dei simboli d'Italia, di quella natura che cerca di essere preservata in nome della sopravvivenza delle tante specie animali, di cui il nostro Paese gode.
Ma sembra che ci sia un piano per mettere in pericolo questa specie, che secondo l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) si trova a far parte di quelle razze in "pericolo critico di estinzione". Esiste infatti un’istruttoria, approvata nel mese di luglio, che prevede la riduzione dell’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise di oltre 300 ettari, che però rischiano di diventare 800 se verranno accolte tutte le richieste dei comuni limitrofi.
Ma visto che non sembrava abbastanza tutto ciò, è stata estesa la norma regionale n.1 del 27 febbraio 2020 anche ai cacciatori non residenti nei comuni del Parco, che significa che le morti accidentali (certo, accidentali!), potrebbero aumentare a dismisura.
Nonostante l'orso bruno marsicano sia protetto in Italia dal 1939, dal 1970 42 orsi sono stati uccisi a causa del bracconaggio e 19 investiti da treni o auto. Le uccisioni illegali rappresentano tuttora una grave minaccia per la specie, e dal 2006 al 2011 sono morti 16 individui (3 avvelenati, 3 infanticidi, 1 per investimento stradale, 1 predazione e 8 cause sconosciute). La persecuzione che l'uomo esercita su quest'orso è legata principalmente ai danni che causa ad alcune attività, come la pastorizia o l' apicoltura.
Intanto proprio ieri è stato arrestato un cacciatore che si trovava nelle zone dove l'orso marsicano è solito passeggiare. Rischia la reclusione e 100.000 euro di multa.