La rivoluzione plastic free arriva anche in Vaticano

Lo stato sovrano più piccolo del mondo dice stop alla vendita di prodotti in plastica monouso e si avvia a raggiungere livelli record nella raccolta differenziata dei rifiuti. Un ottimo modo per tradurre in azioni concrete le riflessioni sull’ambiente contenute nell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco.
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Federico Turrisi 16 Luglio 2019

"Non usare plastica usa e getta". Senza essere blasfemi, potrebbe essere questo l'undicesimo comandamento da seguire. Adesso anche Città del Vaticano si prepara a diventare plastic free. Lo stato più piccolo al mondo (600 abitanti circa per 0,44 chilometri quadrati) ha infatti disposto lo stop alla vendita di prodotti in plastica monouso, fino ad esaurimento scorte. Il che significa che l'obiettivo finale verrà raggiunto presumibilmente entro la fine dell'anno.

Più che recepire la direttiva dell'Unione Europea sulla plastica monouso, che entrerà in vigore nel 2021 in tutti i paesi membri (compresa l'Italia), lo Stato della Città del Vaticano recepisce le "direttive" raccomandate da papa Francesco nella sua enciclica Laudato si', dove il tema centrale era proprio la cura del nostro pianeta, della nostra "casa comune", come l'ha definita il pontefice stesso.

Il Vaticano si mostra dunque molto attento alla questione ecologica. E lo dimostrano anche i tassi relativi alla raccolta differenziata (all'interno delle mura vaticane oggi si producono circa mille tonnellate di rifiuti all'anno). Numeri molto positivi, come spiega il responsabile del Servizio Giardini e Nettezza urbana del Vaticano, Rafael Ignacio Tornini, all'agenzia Ansa: "Nel 2016 è stata creata un'isola ecologica, l'eco-centro, dove vanno tutti i rifiuti speciali. Nel 2018 l'abbiamo ristrutturata e rafforzata, ed ora siamo in grado di gestire circa 85 codici Cer, che sono i codici di rifiuti Ue. In questi primi sei mesi siamo riusciti a portare la quota parte di indifferenziato al 2%, quindi un 98% di differenziato. Dall'altra parte c'è il rifiuto urbano. Nel 2016 siamo partiti da un 35% di differenziazione, fino ad arrivare oggi a un 55%: in tre anni abbiamo guadagnato intorno ai 20 punti. Il nostro obiettivo è comunque fare di più e portare questa percentuale al 70-75%".