La sesta estinzione di massa è già in corso ed è più veloce del previsto

Nei prossimi 20 anni rischia di sparire per sempre lo stesso numero di specie che si è estinto nel corso del Novecento, a causa soprattutto della costante attività distruttiva dell’uomo nei confronti della natura. Gli scienziati avvertono: “La sesta estinzione di massa potrebbe essere il punto di ritorno per la civiltà umana”.
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Federico Turrisi 6 Giugno 2020

Ieri era la giornata mondiale dell'ambiente. Quale occasione migliore per ascoltare il grido di dolore che sta lanciando la natura e riflettere sull'impatto della presenza umana sul pianeta! Una ricerca internazionale, coordinata dal professor Gerardo Ceballos Gonzalez dell'Universidad Nacional Autonoma de Mexico, ha confermato l'ipotesi (già avanzata da uno studio nel 2015) che la sesta estinzione di massa si è già avviata ed è in atto. Non solo, sta accelerando a un ritmo sempre più preoccupante.

I principali fattori che stanno aggravando la crisi della biodiversità terrestre sono la perdita di habitat, il commercio illegale di fauna selvatica e i cambiamenti climatici. La colpa è soprattutto dell'uomo, il quale con la crescita della popolazione e l'aumento dei consumi sta lasciando un'impronta così profonda sul pianeta che si è arrivati perfino a parlare di una nuova era geologica: l'Antropocene.

Per dare un'idea della catastrofe a cui stiamo andando incontro, ti basta pensare che, secondo le stime dei studiosi, nel corso dello scorso secolo si sono estinte 543 specie di vertebrati. Approssimativamente la stessa quantità di specie rischia di sparire nei prossimi 20 anni. Questo avviene perché i tassi di estinzione sono oggi eccezionalmente alti, per la precisione sono 117 volte più alti rispetto alle stime di cinque anni fa. E stiamo parlando di un fenomeno destinato a peggiorare ancora, se proseguirà la distruzione umana della natura.

Il team di ricercatori è arrivato a queste conclusioni esaminando i dati della Lista Rossa dello Iucn (l'Unione internazionale per la conservazione della natura) e di Birdlife International sulle specie minacciate. Sono state individuate 515 specie di vertebrati terrestri con meno di 1.000 individui viventi in tutto il mondo, e di queste circa la metà sono sull'orlo dell'estinzione con meno di 250 esemplari ancora in vita. La maggior parte si trovano in aree tropicali, dove la deforestazione è più intensa.

Le specie che contano tra i 1.000 e i 5.000 individui sono invece 388, ma anche queste meritano particolare attenzione. Gli autori dello studio sottolineano infatti che l’84% di questi animali vive nelle stesse aree delle 515 specie in pericolo. Date le strette interazioni ecologiche, una specie a forte rischio di estinzione può determinare il declino di altre specie che vivono nello stesso habitat. Già, perché gli ecosistemi sono fatti di interconnessioni: se una specie si estingue, è tutto l'insieme che risente della sua perdita e così si alterano equilibri millenari. In poche parole, un'estinzione provoca altre estinzioni e si crea una sorta di effetto domino.

Il punto è che si tratta di un processo irreversibile. "La sesta estinzione di massa in corso può diventare la più grave minaccia ambientale alla persistenza della civiltà, rischiamo di arrivare a un punto di non ritorno", avvertono i ricercatori. Il comportamento del genere umano nei prossimi anni potrebbe segnare il destino di milioni di specie, inclusa la nostra.

Fonte | "Vertebrates on the brink as indicators of biological annihilation and the sixth mass extinction" pubblicato su Proceedings of National Academy of Sciences il 1 giugno 2020.