La storia di Laura Santi, malata di sclerosi multipla da 400 giorni aspetta una risposta sulla richiesta di suicidio assistito

Laura Santi, giornalista di 48 anni, affetta da sclerosi multipla, ad aprile 2022 ha presentato la richiesta all’Ausl della Regione Umbria per la verifica delle proprie condizioni per accedere al suicidio assistito (se un giorno vorrà ricorrervi). Eppure, dopo più di un anno, non ha ricevuto ancora nessuna risposta: “Voglio avere la la possibilità di essere libera di scegliere di dire basta”.
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Maria Teresa Gasbarrone 26 Maggio 2023
* ultima modifica il 26/05/2023

Quattrocento giorni e ancora nessuna risposta. Laura Santi è una giornalista di 48 anni, affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla, condizione che il 20 aprile 2022 l'ha portata a presentare all'azienda sanitaria competente, quella della Regione Umbria, la richiesta di verifica per l‘accesso al suicidio assistito.

Da allora è trascorso più di un anno, eppure Santi, che è anche consigliera generale dell'associazione Luca Cascioni per la liberà di ricerca scientifica, non ha ricevuto nessuna risposta.

La procedura avviata dalla 48enne segue l'iter previsto dalla sentenza costituzionale n. 242/2019, necessario per accedere al suicidio assistito. Tuttavia, dopo la verifica delle condizioni effettuata dalla commissione medica a novembre 2022, tutto si è arenato per la mancanza del parere da parte del Comitato Etico.

Possibilità di scelta

"È impressionante sapere – ha detto Santi – che aspetto da oltre un anno la risposta della AUSL alla mia richiesta di verifica delle condizioni per poter accedere all’aiuto medico alla morte volontaria. Per le persone malate che soffrono si tratta di un tempo infinito".

Laura Santi infatti non ha deciso di ricorrere oggi al suicidio assistito, ma vuole sapere che, se un giorno volesse avvalersi di questo diritto, potrà farlo. Questa è la sua battaglia e questo è il motivo che ha spinto lei e il marito a iscriversi all'associazione Luca Cascioni, che da anni ormai si schiera dalla parte dei malati che chiedono il riconoscimento della possibilità del fine vita.

"Le mie condizioni – prosegue la giornalista – al momento mi permettono di poter aspettare: io voglio vivere adesso, ma voglio avere la la possibilità di essere libera di scegliere di dire basta se la sofferenza dovuta alla malattia dovesse prendere il sopravvento sulla mia – e solo mia – idea di vita".

Per vivere più serenamente la malattia

"Vorrei sapere che quella porta c’è, esiste, e se voglio, posso decidere di aprirla, quando voglio. Una consapevolezza che, sono convinta, farebbe vivere molto più serenamente la mia malattia e quella di tanti altri pazienti con patologie ancora più gravi. Per questo sto valutando la possibilità di procedere per vie legali", ha detto ancora Santi.

Quello che lei, così come molti altri malati, chiede al Sistema sanitario italiano non è infatti una gentile concessione, ma un dovere: quello di far rispettare quanto stabilito dalla Corte Costituzionale. Santi ricorda come proprio quest'ultima ha voluto "che le scelte sul fine vita fossero verificate e rispettate, è quindi inaccettabile  che le istituzioni continuino a non mettere in pratica quello che la Consulta ha indicato, lasciando noi malati in un’attesa senza fine”.

Fonte | Associazione Luca Coscioni

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