La straordinaria resilienza dell’orzo: l’esperimento iniziato 100 anni fa per proteggere la birra

Nel 1929, un gruppo di scienziati della University of California, Riverside, avviò un esperimento che avrebbe avuto un impatto duraturo sulla produzione di birra e whiskey. Questo esperimento, noto come Barley Composite Cross II, mirava a identificare le varietà di orzo più adatte ai diversi ambienti climatici.
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Mattia Giangaspero 28 Ottobre 2024

Nel 1929, un gruppo di scienziati della University of California, Riverside, avviò un esperimento che avrebbe avuto un impatto duraturo sulla produzione di birra e whiskey. Questo esperimento, noto come Barley Composite Cross II, mirava a identificare le varietà di orzo più adatte ai diversi ambienti climatici.

Come viene impiegato l'orzo?

Secondo gli storici è il cereale che per primo è stato coltivato dall'uomo: le testimonianze più antiche risalgono addirittura al Neolitico, a più di 12 mila anni fa. Stiamo parlando dell'orzo. Appartenente alla famiglia delle Graminacee, l'Hordeum vulgare – questo il nome scientifico dell'orzo – dalla Mezzaluna Fertile si è diffuso in tutto il mondo grazie soprattutto alla sua adattabilità climatica. Oltre alla panificazione e alla lavorazione del malto per produrre birra e distillati (soprattutto whisky), l'orzo sta assumendo un ruolo ancora più centrale nell'alimentazione umana, anche perché diversi studi scientifici ne hanno messo in luce gli effetti benefici sulla salute. Andiamo a scoprirli insieme.

L'orzo  adesso è uno dei cereali più apprezzati e consumati al mondo. È stato per secoli un alimento base per i contadini durante il Medioevo e ancora oggi è incluso nella dieta di molte nazioni europee, africane e mediorientali. La sua pianta fa parte della famiglia delle graminacee ed è la quarta coltura di cereali, dopo grano, riso e mais. È comunemente usato nel pane, nelle zuppe, negli stufati, sebbene venga coltivato principalmente come foraggio per animali e come fonte di malto per le bevande alcoliche, in particolare birra.

Da cosa deriva la sua adattabilità?

Grazie ai progressi nella genetica, i ricercatori sono stati in grado di identificare i geni responsabili dell'adattabilità dell'orzo. Questi geni aiutano l'orzo a sincronizzare i suoi processi riproduttivi con le stagioni di crescita ottimali. Ad esempio, alcuni geni promuovono la fioritura precoce, mentre altri riducono la fioritura tardiva, garantendo che la pianta produca semi nel momento più favorevole.

Perché 100 anni fa si è voluto proteggere l'orzo?

Le scoperte genetiche derivanti da questo esperimento sono fondamentali per affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico. Identificare le varietà di orzo che possono prosperare in condizioni climatiche estreme è essenziale per garantire la produzione continua di birra e whiskey.