La toxoplasmosi in gravidanza: quali sono i rischi e come si riconosce

La toxoplasmosi è una malattia che preoccupa soprattutto quando viene contratta da una donna incinta. Proviamo allora a capire chi è più a rischio e quale sia la terapia prevista in questa situazione.
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Dott. Albert Kasongo Medico vaccinologo
14 Settembre 2021 * ultima modifica il 14/09/2021

Per evitare di contrarre la toxoplasmosi in gravidanza ci si può sottoporre a un test di screening che prende il nome di Toxo-test. Questo esame ci permette di classificare le donne in gravidanza in base al rischio in:

  • Protetta
  • Suscettibile
  • A rischio

In questo modo si può verificare lo stato d’immunizzazione della paziente e cercare e quantificare gli anticorpi (immunoglobuline) IgG e IgM. A seconda della presenza degli uni o degli altri avremo indicazioni chiare della situazione e nello specifico:

  • Positività a IgM: infezione acuta. Insorgono entro 14gg dal contagio
  • Positività a IgG: infezione avvenuta in passato e sviluppo d’immunità

Nel caso di positività a IgM saranno necessarie ulteriori indagini per confermare la diagnosi di toxoplasmosi.

Se la malattia viene contratta prima della gravidanza, di solito, non si creano danni al feto perché la madre sviluppa un’immunizzazione permanente nei confronti dell’agente patogeno, a patto di avere un sistema immunitario funzionante. Se, invece, dovesse essere contratta in gravidanza, le conseguenze dipenderebbero dal periodo in cui si viene infettate:

  • Concepimento: le possibilità di passare l’infezione al feto sono molto basse
  • Primo trimestre: basse possibilità di passare l’infezione al feto ma se ciò dovesse accadere i danni sarebbero considerevoli visto che gli organi sono ancora in fase di sviluppo. In questo periodo il rischio di aborto spontaneo è elevato.
  • Secondo e terzo trimestre: le possibilità di passare l’infezione al feto sono alte ma i danni sarebbero molto limitati poiché il nascituro è già formato. La maggior parte dei neonati non sviluppa sintomi alla nascita ma nei mesi o anni successivi. Nel caso di parto prematuro, invece, ci sono più rischi di avere complicanze.

I sintomi

Vediamo quali sono nello specifico i sintomi della toxoplasmosi in gravidanza:

  • Ittero
  • Anemia
  • Idrocefalo o microcefalia
  • Basso peso alla nascita
  • Toxoplasmosi oculare con perdita della vista
  • Epatomegalia
  • Convulsioni
  • Ritardo psicomotorio
  • Demenza
  • Perdita dell’udito
  • Ipotono

La terapia

Per impedire che la mamma contagi il feto si ricorre all’utilizzo di un antibiotico, la spiramicina, che aiuta a ridurre il rischio di problemi neurologici e a contenere la malattia. Nel secondo e terzo trimestre di gravidanza invece si utilizzano primetamina e sulfadiazina in associazione con acido folico. Questo perché sono farmaci che potrebbero avere effetti teratogeni (sviluppo anormale di organi).

Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli studi “Aldo Moro” di Bari, ha maturato esperienza in numerosi ambiti collaborando con diverse altro…
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