Toxoplasmosi: scopri come si contrae, quando può essere rischiosa e come curarla

Non solo i gatti sono i responsabili di questa malattia provocata da un parassita, il Toxoplasma gondii, e che nella maggior parte dei casi è asintomatica. Come saprai, però, è pericolosa soprattutto per le donne incinte, così come per le persone immunodepresse. In entrambi i casi, le conseguenze possono essere molto gravi.
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Valentina Rorato 3 Novembre 2023
* ultima modifica il 30/01/2024

La toxoplasmosi è una malattia causata da un parassita. A provocarla è un protozoo, un microorganismo formato da una sola cellula, che si chiama appunto Toxoplasma gondii. Chi la contrae spesso non riscontra problemi gravi, perché l'organismo è in grado di mettere quasi subito a tacere questa patologia. Il parassita rimane comunque all'interno del corpo, di solito annidandosi nei muscoli o nel cervello, pronto a riemergere in caso di grave riduzione delle difese.

In Europa si stima che circa il 50-80% della popolazione sia entrato in contatto con il parassita, anche se negli ultimi anni le positività sono diminuite. Come mai? É merito delle condizioni igienico-sanitarie degli allevamenti intensivi e degli standard di sicurezza alimentare.  In Italia, circa il 60% delle donne in gravidanza non è mai entrato in contatto con il parassita ed è quindi a rischio di contrarla proprio in questa fase delicata.

Il contagio può avvenire consumando:

  • frutta e verdura cruda o mal lavata, in particolare quella dell’orto;
  • carni crude o poco cotte;
  • carni affumicate e salumi o insaccati poco stagionati (meno di 30 mesi) soprattutto se prodotti a livello familiare.

Bisogna poi fare attenzione agli alimenti essere soggetti a cross-contaminazione:

  • diretta, per contatto con altri alimenti che veicolano il patogeno (carne cruda, pesce crudo, frutta e verdura non lavate),
  • indiretta, per contatto con utensili o superfici di lavoro contaminate e non adeguatamente pulita.

Le due fasi dell'infezione

Nella toxoplasmosi è possibile riconoscere due fasi distinte in cui evolve la malattia e variano anche i sintomi manifestati:

Toxoplasmosi primaria

All'inizio il parassita entra e tende a infestare le zone del corpo in cui si trova, di solito sangue e linfonodi. In questo periodo potresti avvertire alcuni sintomi come l'ingrossamento delle ghiandole linfatiche, stanchezza, mal testa e a volte un po' di febbre. Se però sei immunodepresso, questa fase potrebbe risultare particolarmente pericolosa e dare seguito a infiammazioni della zona visiva dell'occhio fino a compromettere le sue funzioni e dell'encefalo.

Toxoplasmosi postprimaria

Questa fase inizia quando il tuo sistema immunitario prova a rispondere all'infezione. Non avvertirai più manifestazioni, né il parassita sarà immediatamente rilevabile in laboratorio, ma come ti spiegavo prima non significa che ti abbia abbandonato. Rimarrà infatti in qualche tuo muscolo o in un angolo dell'organo cerebrale e sarà tranquillo fino a quando le tue difese non verranno compromesse da una malattia, come l'Aids, o da un trapianto d'organo recente.

Le cause

La causa principale della toxoplasmosi è appunto il protozoo Toxoplasma gondii. La via di trasmissione più frequente è quella attraverso le feci di un gatto infetto, all'interno delle quali si è incistato il parassita. Chiunque vi entri in contatto rischia di contrarre la malattia. Può quindi venire a crearsi una sorta di catena, dove un terreno viene contaminato da questi rifiuti organici, ma vi crescono comunque degli ortaggi che possono essere mangiati da bovini, i quali alla fine finiscono nel tuo piatto sotto forma di una bistecca.

Se invece si ha a che fare direttamente con il gatto ospite del parassita, bisogna evitare di accarezzarlo, giocare con lui o pulire la sua lettiera, specie se sei incinta. Oltre alle feci infatti, anche la sua saliva può essere veicolo di contagio.

I sintomi

Non è raro che la toxoplasmosi sia asintomatica, perché il tuo sistema immunitario di solito la combatte da solo. Quando compaiono, le manifestazioni sono quelle tipiche di un'infezione e quindi:

  • stanchezza
  • mal di testa
  • linfonodi ingrossati
  • malessere generale
  • dolori muscolari
  • mal di gola

Tieni inoltre presente che il tempo di incubazione è piuttosto lungo, perché può andare da una settimana a un mese rispetto al momento in cui hai contratto il parassita.

Come ti dicevo prima, oltre alle donne in gravidanza, sono soprattutto le persone immunodepresse a doversi preoccupare per questa malattia. In quel caso, i segnali dell'infezione saranno molto più evidenti perché potrò comportare danni a diversi organi interni come i reni, il fegato, i polmoni, gli occhi, ma anche al sistema nervoso e alle ossa. Possono anche verificarsi complicanze gravi come:

  • perdita della vista (toxoplasmosi oculare)
  • infezioni polmonari
  • infezioni ai linfonodi

Conseguenze dell'infezione in gravidanza

La toxoplasmosi può diventare molto pericolosa se viene contratta in gravidanza.  Purtroppo, in questo caso i rischi solo elevati, soprattutto se sei incinta da poche settimane. Se sei stata infettata dal  Toxoplasma  durante la gravidanza, o subito prima della gravidanza, puoi trasmettere l'infezione al tuo bambino, perché il parassita riesce a superare la barriera protettiva della placenta. E potresti non accorgerti di esserti ammalata. La maggior parte dei neonati infetti non presenta sintomi alla nascita, ma può sviluppare sintomi gravi più avanti nella vita, come cecità o disabilità mentale. Occasionalmente, i neonati infetti presentano gravi danni agli occhi o al cervello alla nascita.

In generale, se sei stata infettata prima di rimanere incinta, il tuo bambino è protetto dal tuo sistema immunitario. Alcuni esperti suggeriscono di attendere 6 mesi dopo una recente infezione prima di cercare una gravidanza. Purtroppo, la toxoplasmosi ti espone anche al rischio aborto.

La diagnosi

Non è così semplice diagnosticare una malattia che è spesso asintomatica e per questa ragione il modo migliore è effettuare il Toxo-test. Lo scopo è semplicemente quello di verificare se il tuo corpo ha già prodotto gli anticorpi contro questo parassita e, se sì, significa che hai già superato l'infezione.

Il consiglio è quello di sottoporsi all'esame soprattutto prima di una gravidanza. Di solito il risultato permette di capire in quale gruppo rientrerai tra "protetta", "suscettibile" o "a rischio". Questo ti aiuterà a capire quanto devi tenere alta la guardia per proteggere il bambino che crescerà nella tua pancia.

Se invece sei già rimasta incinta, dovresti parlarne subito con il tuo medico che di solito consiglia un test entro le prime 8 settimane. A questo punto sarà molto importante capire se e quali anticorpi avrai sviluppato. Qualora comparissero infatti le immunoglobuline IgM, significherebbe che c'è il sospetto è che sia ancora in corso la prima fase della malattia, ovvero quella più pericolosa. Non andare subito nel panico e chiedi consiglio al tuo ginecologo per ulteriori accertamenti, come  esami sierologici più precisi. Una volta ricevuto un responso definitivo, dovrai essere seguita durante tutta la gravidanza e queste attenzioni si sposteranno al bambino una volta nato. Almeno per tutto il primo anno di vita dovrebbe essere tenuto monitorato da un centro specializzato per verificare che non abbia riportato danni.

Se invece mostri le immunoglobuline IgG, stai attraversando una fase successiva della malattia, che è anche meno rischiosa per l'embrione o per il feto.

La cura

Fino a questo momento forse ti ho spaventato, ma devi sapere che per la toxoplasmosi esiste anche una cura. Nello specifico si tratta di antibiotici, di solito a base di spiramicina, che è il farmaco più utilizzato. Altri trattamenti dovranno invece essere previsti per le eventuali complicanze che ti spiegavo prima e che si verificano solo quando una persona è immunodepressa.

Il fatto che si possa combattere l'infezione ti fa anche capire quanto sia importante avere una diagnosi precoce e poter intervenire subito, in modo che il parassita non raggiunga l'embrione.

Come si previene

Prevenire la toxoplasmosi non è troppo difficile, basta prestare un po' di attenzione ad alcuni gesti quotidiani, come il cucinare o dedicarsi al giardinaggio. Prima di tutto, cuoci sempre la carne che non ha un'origine controllata e lava con cura tutta la frutta a la verdura che acquisti, prima di consumarla. Inoltre, evita il contatto tra alimenti cotti e crudi e lava sempre coltelli e utensili da cucina che sono entrati in contatto con questi ultimi.

Se ti piace prenderti cura del giardino o dell'orto, fallo sempre indossando un paio di guanti ed evita di toccarti il viso con le mani sporche. I gatti randagi infatti potrebbero scavalcare il tuo cancello e farvi i propri bisogni durante la notte, senza che tu lo sappia.

Per chi invece ha un gatto domestico, bisogna sapere che questo non mostrerà i sintomi di un'eventuale malattia, ma anche che corre meno il rischio di contrarla proprio perché la sua lettiera viene pulita tutti i giorni, la sua alimentazione viene decisa dal padrone che non dovrà fornirgli carne cruda e difficilmente entrerà in contatto con altri animali. Infine, quando ci si occupa della lettiera, è bene avere sempre dei guanti e usare acqua bollente.

Fonti| Humanitas; Istituto superiore di sanità

(Scritto da Giulia Dallagiovanna il 9 aprile 2020;
Modificato da Valentina Rorato il 3 novembre 2023)

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