
È doveroso, in questo caso, partire dal fatto di cronaca, dalle dichiarazioni della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni fatte al Salone del Mobile di Milano 2023, martedì 18 aprile durante la presentazione dell'evento settimanale a Rho. Verso la fine del suo discorso, che poi ha ripubblicato sui social (precisamente dal minuto 7.49 in poi), specifica come questa fiera della Design Week sia fondamentale per il Paese e per il sistema Italia, soprattutto per valorizzare un concetto, una parola chiave: "Sostenibilità". Fermo (visto che è un termine che piace molto anche alla Premier), non viaggiare con la mente. Sostenibilità, ma per cosa? Giorgia Meloni ha dichiarato come il governo è pronto a presentare un progetto o disegno di legge che favorisca una produzione del legno 100% made in Italiy. Se non lo sai, l'Italia produce solo il 20% del legno che utilizza, il restante 80% viene importato da altre Nazioni.
E di questo 80%, il 20%, secondo le istituzioni dell'Unione Europea, viene prodotto illegalmente, senza corretti piani e senza controlli. Significa che quello che a breve, viste le parole della Premier, il governo presenterà, sarà un progetto rivoluzionario per tanti aspetti. Partiamo dai principali, quelli commerciali, quelli legate all'economia, agli accordi tra sistemi industriali nazionali e internazionali, quelli legati agli accordi geopolitici tra singoli o vari Paesi. Poi passiamo a quelli che più ci interessano nel concreto, ovvero gli aspetti di sostenibilità ambientale. L'Italia secondo i piani del governo dovrebbe passare da produrre il 20% di legno al 100% in casa. Un balzo enorme in avanti. Allora ci siamo chiesti, questo è realmente possibile e se sì, in quanto tempo? È realmente possibile creare una filiera del legno 100% made in Italy che sia anche sostenibile a livello ambientale? Rischiamo la deforestazione?
A tutte queste domande ha risposto, per Ohga, il segretario generale di PEFC (Il Programma per il mutuo riconoscimento degli schemi di certificazione forestale) Antonio Brunori
"Il tema è che da un punto di vista politico la dichiarazione della Meloni è corretta. Manca una filiera del legno 100% made in Italy e ha detto cose politicamente corrette, in quanto ha specificato come il governo voglia costruire una cornice per rendere le decisioni future in merito fattibili. C'è però un problema… Questa dichiarazione doveva arrivare 50 anni fa. Questo perchè i sistemi di produzione delle filiere locali si basano su, prima di tutto, una selvicoltura, una coltura di foreste che producono degli assortimenti legnosi.
Questi assortimenti, per avere le dimensioni necessarie per la filiera foresta-legno, bisogna che abbiano dimensioni di diametro e altezza che però vengono raggiunti solo in secoli di coltivazione dei boschi. Qui si crea il problema. L'Italia ha abbandonato la strategia di coltivare boschi e addirittura sono state dismesse delle associazioni sviluppate apposta, come la Società Agricolo Forestale (SAF). E nel concreto la strategia forestale italiana è nata solo nel 2018 con il testo unico forestale. La legge precedente era del 1923 per intenderci… Questo è il primissimo aspetto del nostro sistema forestale."
Arriviamo adesso a parlare del secondo aspetto fondamentale. Noi del 20% di legno che produciamo complessivamente, metà viene dalla coltivazione del pioppo, cioè quello in pianura, con cui si fanno i pannelli compensati per esempio. Quindi solo 10% proviene dai nostri boschi e i nostri boschi sono quelli alpini, da cui usiamo le conifere, l'abete rosso e bianco, il larice ecc."
Questo inquadramento è indispensabile, perchè se in questo momento volessimo ipotizzare una filiera 100% italiana, le posso garantire che è impossibile. I boschi che potenzialmente adesso è possibile tagliare, sono boschi giovani, perchè sono boschi di neo formazione dovuto all'abbandono delle campagne. Non c'è stata una politica di riforestazione, ma di abbandono delle campagne, I boschi quindi sono cresciuti, ma sono cresciuti con specie pioniere che non sono adatte alla filiera del legno, perchè sono salice, aceri, carpini e così via. Sono tutte forme naturali, che però hanno riconquistato spazi naturali.
Quindi anche volendo farlo, non si può fare?
Non abbiamo la materia prima…
Quindi si tratta di un annuncio che la Premier ha fatto che, agli atti concreti, anche volendo, non può essere realizzato adesso, ma tra 20 o 30 anni?
"E infatti quello che è importante da dire è che questo è un annuncio che la politica deve fare. Cioè la politica deve creare strategie. L'annuncio della Meloni, le ripeto è quello che doveva essere fatto 50 anni fa. La politica deve fare la politica, i tecnici devono mettere in campo le strategie che la politica deve sviluppare. Manca una cornice istituzionale e una valorizzazione economica."
E le posso dire che a livello istituzionale esistono dei contrasti enormi per portare avanti questo tipo di progetto. Il Ministero della Cultura sta impedendo la costituzione delle filiere del legno in Italia. Perchè in questo momento, per qualsiasi taglio colturale, (cioè antincendio, pulizia, tagli già autorizzati tecnicamente da esperti forestali) nel 35% dei boschi italiani (quelle a vincolo paesaggistico e culturale), le Soprintendenze sa cosa fanno? Impongono la "autorizzazione paesaggistica", cioè delle pratiche costose e inutili in questa situazione che di fatto allungano i tempi o fanno perdere la realizzabilità della selvicoltura.
"In questo momento c'è una concezione del paesaggio, ma è sbagliato. Ci troviamo in una situazione dinamica in cui il bosco cresce e quindi va pulito. È giusto che la Meloni prenda la situazione in mano e metta tutti intorno al tavolo, compreso il Ministero della Cultura che non vuole ragionare con il MASAF di tagliare alberi e quindi di costituire una filiera del legno italiana"
Volevo chiederle adesso un'ultima cosa. Nel momento in cui la politica struttura una strategia di questo tipo nel lungo periodo, in che modo dovrebbe portarla avanti senza danneggiare l'ambiente?
È solo una questione di tempistiche. Noi attualmente siamo il Paese che taglia meno in tutt'Europa e siamo il Paese con le leggi più rigide su questo tema. Noi in Italia abbiamo una situazione di controllo elevato e quindi quando parliamo di sostenibilità significa che bisogna avere dei piani di gestione. Significa che bisogna prendere il legno da boschi che hanno una pianificazione e una certificazione e cioè che questi stessi boschi garantiscano la sostenibilità e la tracciabilità.
"Attualmente solo il 10% dei boschi italiani ha questa certificazione. Quindi sì, dobbiamo aumentare la percentuale di boschi con questa tipologia di certificazione. È anche vero che comunque non arriveremo mai al 100% di produzione di legno made in Italy anche perchè molto del legname di qualità viene da zone tropicali. Questo perchè ha delle caratteristiche richieste da architetti e da designer. Quindi servirebbe che la filiera industriale del legno italiano cercasse più di promuovere la produzione del legno interno e non di cercare altre tipologie di legno proveniente da altri Paesi."