L’apicoltura urbana fa bene alle api (e forse ci rende meno individualisti)

Oggi è la giornata mondiale delle api. Per celebrarla abbiamo voluto parlare con Roberto Pasi, Ceo e fondatore di Beeing, di apicoltura urbana, perché chiunque può dare spazio a questi insetti impollinatori, così fondamentali per la nostra esistenza.
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Gaia Cortese 20 Maggio 2022

E se sul balcone di casa, non riservassimo spazio solo a piante e fiori, ma anche a un'arnia? Sarebbe un modo per fare bene alle api, integrandole nella città, ma anche un'azione  a difesa di questi insetti impollinatori, del loro ecosistema e dell'ambiente.

Ultimo, ma non meno importante, forse la cosa incuriosirebbe i vicini di casa e le arnie per l'apicoltura domestica potrebbero diffondersi ulteriormente contribuendo a un buon vicinato. Ne abbiamo parlato con Roberto Pasi, fondatore e CEO di Beeing.

Cosa si intende per apicoltura urbana?

Nell'ospitare api in città il concetto interessante è quello per cui in qualche modo la città viene trasformata in un luogo più integrato. Le città di oggi sono il frutto del boom edilizio degli anni '70 e '80, ciò che è derivato da uno strapotere degli uomini. Ci siamo presi lo spazio come volevamo e adesso ci rendiamo conto che per il bene nostro e degli animali, probabilmente dobbiamo vivere insieme e se stanno bene loro, stiamo bene anche noi.

Si tratta di restituire uno spazio integrato alle apie non è impossibile: il Bosco Verticale di Milano è uno dei più chiari esempi di come si possono rendere le nostre case spazi dedicati prima alle piante e poi agli insetti. Gli apicoltori urbani diventano poi persone appassionatissime di insetti che fanno vivere le api in città diventandone veri e propri custodi. Sono magari entusiasti di avere una varietà di api particolare e se ne occupano più per motivi legati alla salvaguardia dell’ambiente, che per un reale interesse relativo alla produzione di miele.

Le api possono davvero vivere in città?

Sì e ci vivono anche bene perché sono insetti che mantengono sempre la stessa temperatura e la città ha meno sbalzi rispetto ad altri ambienti, sono decisamente un po' più miti. Le api poi possono volare per 6 o 7 km e, dal momento che nelle città si trovano fiori un po’ tutto l’anno, trovano sempre qualcosa da mangiare. Ovvio che le api vanno gestite e bisogna prendersene cura.

Come si diventa apicoltori urbani?

Per quanto ci riguarda noi indirizziamo innanzitutto le persone a un corso di apicoltura tenuto dalle varie associazioni locali, di solito, ce n'è una in ogni città. Proponiamo anche corsi online, ma a un certo punto serve anche fare cose pratiche. Abbiamo poi apicoltori in ogni città che fanno da guida agli apicoltori urbani acquisiti. In ogni caso prima occorre studiare e conoscere la strumentazione, solo dopo è giusto procurarsi arnie e api.

Come deve essere fatta un’arnia domestica?

Una semplice arnia non è altro che un quadrato di legno all’interno del quale le api vivono e costruiscono le cellette per le covate e il miele nei vari telai. Esistono comunque diversi tipi di arnie. Quella fornita da Beeing per l'apicoltura urbana si adatta bene alla città perché è un po’ più alta da terra e questo la rende più facile da usare; lo è anche per le api che così schivano quello che può esserci attorno.

L'arnia ha anche delle vetrate trasparenti che permettono l’osservazione delle api in sicurezza, sia per noi che per loro in modo che non si allarmino. Altra particolarità della nostra arnia è che è dotata di un camino che porta l’uscita delle api a due metri  di altezza, rispettando la normativa nazionale per cui se l'uscita di volo è posta a 2 metri, l'arnia si può installare anche se ci sono dei vicini di casa.

Dove può essere installata?

Su qualsiasi terrazzo o balcone. Una buona idea è comunque quella di rendere partecipi anche i vicini di casa, magari condividendo del miele che sarà prodotto. l'apicoltura urbana in qualche modo ci tira fuori dal nostro individualismo e ci mette in relazione con gli altri, d'altronde le api non sono pericolose perché cercano solo i fiori.

Esistono anche arnie descritte come hotel per api “solitarie”: di cosa si tratta e come si comportano queste api?

Le api solitarie sono le api osmie o i bombi impollinatori che vivono in modo autonomo, diversamente da quelle da miele che vivono in famiglia. questi hotel per api solitarie non sono altro che particolari ambienti che possano offrire agli insetti locali una forma adatta per fare il nido.

Le api sono davvero in grado di monitorare lo stato di salute dell’ambiente circostante?

Se si fa un'analisi sul miele questo si comporta un po' come una cartina tornasole dell’inquinamento atmosferico perché nel miele o sulle api si trova traccia di Pm10 prodotto dalle automobili e dalle caldaie, così come traccia di metalli pesanti. Analizzando il miele in laboratorio si possono quindi avere informazioni sulla qualità dell’aria e dell'ambiente.