Le api stanno sparendo: adotta un alveare, in casa o a distanza

A Fa’ la cosa giusta abbiamo incontrato due start up che ti offrono la possibilità di adottare un alveare. Con Apicultura Urbana puoi ospitare le api nel tuo giardino e poi produrre una piccola quantità di miele a chilometro zero, con 3Bee invece puoi adottarne uno a distanza e ricevere il frutto del loro lavoro direttamente a casa tua, riducendo gli sprechi e le emissioni inquinanti.
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Giulia Dallagiovanna 14 Maggio 2019

Negli ultimi anni, in Italia è andato perso circa il 40% degli alveari. Le api stanno scomparendo e questo è un dato di fatto. Pesticidi, insetticidi e malnutrizione provocata dalle monoculture intensive ne stanno provocando la moria più che i nemici naturali. Ma se non ti sono ben chiare le dimensioni di questo fenomeno, prova ad aprire il frigo: prendi due terzi di tutta la verdura e la frutta che vi hai risposto e gettali via. Ecco, l'estinzione di questi insetti impollinatori significa il 70% di ortaggi in meno. Numeri che impressionano.

Su Ohga ti abbiamo spiegato nel dettaglio perché le api stiano scomparendo. Servono sicuramente politiche più severe sull'utilizzo di prodotti chimici in agricoltura e un modo di consumare e fare acquisti più ecosostenibile. Ma c'è un altro piccolo contributo che puoi dare per salvare l'ambiente: adottare un alveare. A Fa' la cosa giusta, la fiera della sostenibilità che si è tenuta a Milano dall'8 al 10 marzo, abbiamo incontrato due start up, che ti propongono due tipi di adozioni diverse: Apicultura Urbana e 3Bee.

Apicultura Urbana sui tetti di New York

Nel primo caso, puoi impiantare una casetta per api direttamente nel tuo giardino, nel secondo puoi scegliere di comprare miele da un solo apicoltore che si sta impegnando in un allevamento più ecosostenibile e con meno sprechi.

"Se si possiede un giardino o un orto sufficientemente grandi – ci ha spiegato Giuseppe Manno, fondatore di Apicultura Urbanasi può ospitare un alveare e produrre miele a chilometro zero". La filiera più corta che esista, quando il produttore e il consumatore sono la stessa persona. "Anche una persona che non ha mai avuto a che fare con le api può abbracciare questo hobby. Tra i nostri clienti abbiamo avvocati, impiegati, imprenditori. Principianti, insomma. Naturalmente non si porta a casa uno stipendio, ma si può fare una piccola produzione. In questo modo non si stressano né le api, né chi se ne deve prendere cura".

I tuoi ospiti infatti non saranno più numerosi di una piccola famiglia e dovrai impegnarti a seguire il loro naturale ciclo di sviluppo e produzione. "Come tutti gli animali, hanno bisogno di cure e attenzioni, ma questo discorso vale anche per un cane o un gatto – fa notare Manno – in realtà, stiamo parlando di un impegno che riguarda soprattutto i mesi tra la primavera e l'estate e occupa circa 40 minuti durante il weekend".

Ma come puoi fare per adottare un alveare? Attraverso il sito della start up puoi acquistare il kit, completo di tutta la strumentazione e le video guide, per lanciarti in questa nuova impresa. "Sul nostro portale poi abbiamo caricato più di 20 video tutorial realizzati da noi con un linguaggio molto semplice, per dare a tutti l'opportunità di imparare l'abc per avvicinarsi a questo mondo. Inoltre si può scrivere in qualunque momento al nostro tecnico, che risponde a tutte le domande o curiosità".

Se invece vivi in un condominio e non puoi installare un alveare a casa tua, potresti sempre adottarne uno a distanza. "Tramite la nostra piattaforma si può visualizzare una mappa con diverse apiculture e scegliere quale adottare – spiega Riccardo Balzaretti, co-founder di 3BeeDa questo momento in poi, si può tenere controllata la propria colonia di api e poi ricevere il loro miele direttamente a casa propria".

Il dispositivo di monitoraggio sviluppato da 3Bee e alimentato grazie a un piccolo pannello solare

Il dispositivo di monitoraggio, in realtà, è pensato soprattutto per l'agricoltore. Serve per misurare periodicamente peso dell'alveare, temperatura e umidità interne e suono nella casetta. "In questo modo, si ottimizza il lavoro e si evitano sprechi e inquinamento, come viaggi a vuoto che provocano un dispendio di tempo e di carburante". Non solo, ma anche il miele avanzato non viene gettato via: "L'apicoltore lo può mettere in vendita a noi, anziché alla grande produzione, e occuparsi solo dell'imballaggio. Siamo noi a pensare al logistica e spedizione, facendo un unico giro ogni tre o sei mesi per ridurre l'impiego di mezzi e le emissioni".

Salvare le api, insomma, e acquistare a chilometro zero, per riscoprire il modo di consumare dei nostri nonni, quando si mangiava prima di tutto quello che cresceva vicino a casa. E se hai la possibilità, anche prendersi cura di questi insetti così preziosi. "Di solito si comincia con qualche visita nel weekend, poi ci si fa prendere dall'entusiasmo e ogni giorni si passa a controllare l'alveare. Un classico", conclude Manno.

Credits foto di copertina: Apicultura Urbana a Parigi