Le cozze del Mediterraneo hanno nel Dna le armi per resistere ai cambiamenti climatici

Secondo una ricerca franco-americana, le cozze sarebbero in grado di sopravvivere all’acidificazione dei mari, dovuta all’assorbimento di CO2 immessa nell’atmosfera dalle attività umane, grazie a delle varianti genetiche. Questo però non vuol dire che siano completamente al sicuro dagli effetti dei cambiamenti climatici, anzi…
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Federico Turrisi 26 Dicembre 2019

In Puglia (ma anche in altre regioni costiere dell'Italia, a dir la verità) sono quasi una sorta di istituzione. Probabilmente, hai già capito di che cosa stiamo parlando. Sono le cozze, dei molluschi bivalvi molto diffusi nel mar Mediterraneo. Sono loro le protagoniste di uno studio, condotto dai ricercatori dell'Università di Chiacago in collaborazione con il laboratorio di oceanografia di Villefranche-sur-Mer (in Francia), che ha portato a una scoperta sorprendente. Le cozze del Mediterraneo (Mytilus galloprovincialis) infatti nascondono nel proprio dna delle "armi segrete" che le permetterebbero di resistere all'acidificazione dei mari (ossia all'abbasamento del pH marino). Un fenomeno destinato ad aggravarsi sempre di più in futuro, se non mettiamo un freno alle nostre emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera.

Gli esperti hanno prelevato dalle acque della Costa Azzurra diversi esemplari di cozza mediterranea. Hanno poi allevato 12 femmine e 16 maschi della specie, che hanno poi incrociato per ottenere una popolazione geneticamente diversificata di larve: in tutto hanno ottenuto 192 combinazioni. Quindi hanno diviso le larve in due gruppi: il primo è stato allevato in acque normali con un pH pari a 8.1, mentre il secondo è stato messo in acque più acide con un pH pari a 7.4. Questo valore è più basso rispetto a quello attualmente presente in natura ed è perfino al di sotto dei valori medi di acidità previsti per i prossimi 100 anni, ma i biologi sottolineano che potrebbe essere raggiunto in alcune località costiere prima della fine del secolo.

Ebbene, i risultati ottenuti dopo qualche settimana dimostrano che i molluschi allevati in acque più acide sviluppano gusci più piccoli, ma hanno comunque un tasso di sopravvivenza pari a quello delle cozze cresciute in acque normali. Il loro Dna è diverso, perché l'adattamento a condizioni ambientali estreme ha determinato una selezione delle varianti genetiche in grado di far sopportare una maggiore acidificazione. Attenzione a cantare vittoria, però. Non è detto infatti che questi molluschi siano altrettanto capaci di far fronte a variazioni significative di salinità e temperatura dell'acqua, due fenomeni dovuti sempre ai cambiamenti climatici.

Fonte | "Standing genetic variation fuels rapid adaptation to ocean acidification" pubblicato su Nature Communications il 20 dicembre 2019.