Le fake news sui vaccini: dall’autismo al sovraccarico immunologico, tutte le bufale

Nel 2012 in Italia si è verificato un calo nelle vaccinazioni. Si è poi scoperto che proprio quell’anno molti utenti di Google avevano cercato la correlazione fra i vaccini e l’autismo e avevano trovato risposte solo da fonti no vax. Una corretta informazione è fondamentale per conoscere a fondo l’importanza dei vaccini. Ecco le principali notizie false che continuano a circolare.
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Giulia Dallagiovanna 27 Febbraio 2019
* ultima modifica il 01/10/2020
Con la collaborazione del Dott. Albert Kasongo Medico vaccinatore presso il Centro medico Santagostino di Milano.

I vaccini provocano l'autismo. Dieci vaccinazioni obbligatorie sono troppe, causano un sovraccarico immunologico nei bambini. E poi si sa, che servono solo ad arricchire Big Pharma. Perché, scusa, tua mamma non ti metteva vicino a un bambino con i sintomi del morbillo o della varicella, così venivi contagiato anche tu e ti immunizzavi per sempre?

Queste sono tutte fake news. Sì, notizie false, senza alcun fondamento scientifico. Ed è bene chiarirlo subito, prima di proseguire. Se per caso anche tu sei convinto di qualcuna di queste teorie, non è del tutto colpa tua. Per molto tempo l'informazione in merito ai vaccini è stata dominata da gruppi no vax, ovvero schierati contro la somministrazione di questi farmaci. E le loro voci si facevano sentire soprattutto su Internet e sui social network, i luoghi dove la maggior parte della popolazione è ormai abituata a cercare risposte.

Ecco perché in questo articolo proverò ad affrontare una per una le bufale che sono sorte durante gli anni in merito ai vaccini e a spiegarti come mai non abbiano alcun fondamento razionale. Ho chiesto aiuto anche al dottor Albert Kasongo, medico vaccinatore presso il Centro medico Santagostino di Milano.

I vaccini provocano l'autismo

Le vaccinazioni esistono dal 1796, gli antivaccinisti dal 1800. Come vedi, questi farmaci hanno da sempre diviso la popolazione in merito alla loro efficacia e ai possibili pericoli che nascondevano. Ma la fake news che ha provocato un vero e proprio terremoto nell'opinione pubblica, e che tuttora continua a mietere vittime, è quella secondo cui i vaccini provocherebbero l'autismo.

A confezionarla per bene è stato l'ex medico Andrew Wakefield che nel 1998 ha pubblicato uno studio sulla rivista scientifica The Lancet che ha agito come una vera e propria bomba. Wakefield dichiarava senza mezzi termini che circa due terzi dei bambini ai quali veniva inoculato il vaccino trivalente (contro morbillo, parotite e rosolia), sviluppava sintomi afferenti ai disturbi dello spettro autistico nel giro di soli 14 giorni. Sei anni dopo fu un giornalista del Sunday Times, Brian Deer, a rivelare i retroscena di quella che ad oggi viene considerata una ricerca fraudolenta a tutti gli effetti.

Innanzitutto, l'autore aveva preso in considerazione solo 12 bambini, troppo pochi per trarre conclusioni così importanti. Ma soprattutto, erano tutti figli di famiglie di antivaccinisti, conosciute tramite lo studio dell'avvocato Richard Barr. Proprio il legale in quegli anni stava provando a dar vita a una class action speculativa contro l'obbligo vaccinale e aveva ingaggiato Wakefield come consulente. Pagandolo, naturalmente.

Così si è anche scoperto che i risultati erano stati del tutto falsificati. Alcuni di questi bambini avevano già ricevuto una diagnosi di autismo ben prima di prendere parte alla ricerca, mentre altri, per fortuna loro, non mostrarono mai nessun segnale di questa condizione neurologica.

Ma Andrew Wakefield puntava anche a un altro risultato. L'anno precedente alla pubblicazione del celebre studio, aveva registrato alcuni prodotti farmaceutici di sua produzione fra i quali proprio un vaccino "sicuro" contro il morbillo e medicine per il trattamento dell'autismo. Perfetti, insomma, per sopperire ai "pericolosi" metodi tradizionali. Puoi trovare maggiori informazioni sull'argomento sul sito della Società italiana di igiene.

The Lancet ha ritirato lo studio, Wakefield è stato pubblicamente screditato e radiato dall'Ordine dei medici. Nessuna ricerca successiva è mai riuscita a dimostrare una correlazione fra vaccinazioni e autismo. Eppure, questa fake news è ancora oggi una delle bandiere esposte dalle associazioni no vax. Non solo, ma sembra sia stata anche all'origine del calo delle coperture che si è registrato in Italia nel 2012.

Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e professore di igiene e medicina preventiva all'Università di Pisa, ha spiegato a Focus che proprio in quell'anno i risultati di Google Trends mostravano come ci fosse stata un'impennata nelle ricerche delle correlazioni fra vaccini e autismo. È emerso così un altro problema: le informazioni reperibili in rete a quel tempo provenivano solo da fonti antivacciniste. Non esistevano video, siti, blog o qualsiasi altra spiegazione da parte di un medico che fosse chiara, comprensibile a tutti e facilmente reperibile.

I vaccini contengono sostanze pericolose

Forse la fase dei vaccini che provocano l'autismo l'hai anche superata, ma non sei per nulla convinto che quanto venga inoculato a te o a tuo figlio sia davvero un preparato benefico. Probabilmente avrai scoperto che in quella misteriosa pozione sono contenuti anche mercurio, formaldeide e alluminio. E non hai proprio nessuna intenzione di fare entrare in contatto il tuo bambino con queste sostanze tossiche. Bene, allora cerchiamo di fare chiarezza, con l'aiuto anche del portale Dottore, ma è vero che…? della Federazione nazionale dell'Ordine dei medici.

I vaccini contengono mercurio

È vero il mercurio è stato ritirato anche dai termometri perché potenzialmente pericoloso, ma c'è più di un punto da chiarire sulla questione. Questo metallo era contenuto sotto forma di thimerosal, un conservante utilizzato proprio per prolungare la durata del farmaco e preservarne la sterilità. Questo componente sprigiona etilmercurio, che nelle dosi impiegate non risulta dannoso per la salute. In ogni caso, dopo un'attenta valutazione, il thimerosal dalla fine degli anni '90 è stato via via eliminato dai vaccini per l'infanzia in Europa e negli Stati Uniti, in modo da non destare inutili preoccupazioni. E ora ti faccio una domanda: per caso hai fatto uno o più tatuaggi durante la tua vita? Bene, l'inchiostro che il tatuatore ha utilizzato è stato reso sterile proprio dal thimerosal.

Ma torniamo a un nodo cruciale: le dosi. La tossicità o meno di una sostanza dipende molto da quanta ne assumi e per quanto tempo. Due esempi immediati. Se prendi il sole per diversi giorni senza protezione avrai aumentato il rischio di sviluppare un cancro, eppure si tratta di un elemento del tutto naturale. Dall'altro lato, forse non sapevi che in alcuni farmaci utilizzati per curare l'angina pectoris, una malattia cardiaca che provoca una carenza di ossigeno al cuore, è contenuta una piccola percentuale di nitroglicerina. Al momento non si hanno notizie di persone esplose a causa di queste medicine.

I vaccini contengono formaldeide

Dicevamo quindi che i vaccini continuano a contenere formaldeide e alluminio, considerate indispensabili per mantenerli sicuri. Ma la quantità presente è così bassa, che non raggiunge nemmeno le percentuali già presenti nel tuo corpo. Proprio così, cerchi di difenderti da qualcosa che in realtà è già dentro di te. Non solo, ma la formaldeide è aggiunta anche a diversi alimenti in qualità di conservante, ad esempio in quelli affumicati. Di norma, il tuo organismo la metabolizza in pochi minuti. I problemi insorgono se vieni esposto per decenni a ingenti dosi di formaldeide, a causa del tuo lavoro o di quella che si libera nell'aria dal trattamento di materiali utilizzati per l'edilizia e l'arredamento.

I vaccini contengono alluminio

Per quanto riguarda l'alluminio, invece, devi sapere che serve proprio a ridurre il rischio di effetti indesiderati a causa delle vaccinazioni. Inoltre, in una dose ne sono presenti solo 0,5 milligrammi. Tuo figlio, al momento della nascita, ne ha già 0,4 milligrammi all'interno del suo corpo. I quali, con la crescita, aumentano perché si accumulano quelli provenienti dal latte materno, dagli omogeneizzati, da diversi alimenti e dall'acqua. Una persona adulta possiede 35 milligrammi di alluminio nel suo corpo. Insomma, ne conteniamo già più di quanto potremo mai riceverne durante tutto il ciclo di vaccinazioni.

Il sovraccarico immunologico

Le dieci vaccinazioni previste dal decreto Lorenzin sono troppe, rischiano di provocare un sovraccarico immunologico. Lo avrai sentito dire diverse volte da esponenti del mondo no vax ma anche da personaggi politici. E in effetti, visti così tutti assieme, 10 vaccini contro altrettante malattie sembrano davvero un bel peso da affrontare per il sistema immunitario di un neonato ancora in fase di sviluppo e di potenziamento.

Ti invito però a guardare alla questione da un punto di vista più ampio. Al momento del parto, il bambino viene letteralmente gettato in nuovo mondo pieno di tantissimi elementi con i quali entra in contatto per la prima volta. E fra questi, ci sono anche una miriade infinita di batteri, ciascuno di loro potenziale minaccia di una malattia. Il neonato è già pronto per affrontare tutto questo, altrimenti non sopravviverebbe più di un giorno, come fa notare anche il sito della Fondazione Veronesi. Pensa ad esempio a quante volte tuo figlio si mette le mani in bocca dopo aver toccato per terra o a quanto spesso gli cade il ciuccio e se lo riprende senza troppi lavaggi di mezzo.

Se il suo sistema immunitario può affrontare migliaia di germi alla volta, cosa pensi che siano per lui i 24 antigeni contenuti nel vaccino esavalente? Già, perché è bene fare anche questa specificazione. Dieci immunizzazioni non significano 10 punture, dal momento che vengono raggruppate nelle formulazioni, appunto, esavalenti, quadrivalenti o trivalenti.

Servirebbero degli esami prevaccinali

Oltre ai no vax, esiste una frangia più moderata che non si schiera per un chiaro no ai vaccini, ma sostiene la linea della cautela. Ad esempio, come facciamo ad essere sicuri che un bambino non manifesti un effetto collaterale grave a seguito della somministrazione del vaccino se, ad esempio, è allergico al suo principio attivo? E per una domanda come questa è già stata formulata anche la risposta: esami prevaccinali.

Un insieme di test genetici, allergenici e immunologici per capire se un individuo è esposto al rischio oppure no. Peccato che questi esami siano del tutto inutili, se non per chi con essi può guadagnare: il costo è interamente a carico delle famiglie.

Come fa notare la dottoressa e giornalista Roberta Villa, esiste in effetti una piccola percentuale di persone che potrebbe avere una reazione avversa al vaccino. Ma è sufficiente un'anamnesi del paziente, ovvero una chiacchierata con i genitori che possono affermare se il bambino ha già manifestato i segni dell'allergia dopo la prima dose, oppure no. D'altronde tu come hai scoperto di essere allergico al polline, alle mandorle o ai peli del gatto? Perché la prima volta che sei venuto in contatto con questi elementi, le tue vie aeree si sono irritate e tu hai iniziato a starnutire. Ecco, è necessario un primo incontro con un possibile allergene per stabilire se il tuo sistema immunitario lo tolleri oppure no.

Morbillo, influenza e varicella non sono pericolosi

In effetti, il morbillo, l'influenza e la varicella non sono pericolose. Se appartieni alla maggioranza delle persone che non presenta complicanze in seguito alla malattia.

Prendiamo come esempio il morbillo. Una volta scomparso l'esantema cutaneo, il virus potrebbe comunque rimanere all'interno del tuo organismo, annidarsi da qualche parte e riemergere a distanza di anni. Tu nemmeno ci pensi e improvvisamente mostri i sintomi dell'encefalite, le cui conseguenze, se non viene affrontata in tempo, possono essere anche paralisi, coma e decesso. Secondo gli ultimi studi, l'incidenza di questo tipo di complicanze è di un bambino ogni 1387 contagiati che abbiano fra gli 1 e i 5 anni di vita. Ma se la malattia viene contratta prima, i calcoli scendono a un neonato ogni 600.

Anche il virus della varicella, il Varicella zoster (Vzv), rimane dentro di te una volta che le vescicole hanno smesso di prudere. Appartiene infatti alla famiglia degli herpes, perciò, proprio come accade per quanto riguarda la cosiddetta "febbre al labbro", può ripresentarsi in un periodo in cui soffri di un grave abbassamento delle difese immunitarie per una qualsiasi ragione. Quando si ripresenta, diventa l'herpes zoster, conosciuto anche come "fuoco di Sant'Antonio". Tra le complicanze dell'herpes zoster ci sono: nevralgia post-erpetica (una patologia molto dolorosa e, in alcuni casi, invalidante), infezione ai polmoni, encefalite, mielite e malattie della vista fra le quali non si esclude la cecità.

Poiché il vaccino è diventato obbligatorio a partire dal 2017, circa il 90% degli italiani ha contratto la varicella da piccolo. Fra questi, il 10% ha poi sviluppato il fuoco di Sant'Antonio. Non solo, ma se la varicella viene contratta da una donna in gravidanza, il virus si potrebbe trasmettere al feto con conseguenze gravissime fra le quali non manca il decesso.

E infine, l'influenza, che l'Istituto superiore di sanità indica come la terza causa di morte per malattie infettive. In tutto il mondo, non sopravvivono fra le 300mila e le 500mila persone ogni anno. Sì, perché è naturale che se la contrae un soggetto sano e con il sistema immunitario pienamente funzionante sembrerà un malessere piuttosto banale, curabile con qualche giorno a letto. Ma se si tratta di un individuo con le difese immunitarie abbassate, magari a causa dell'età o del particolare periodo della vita nel quale si trova, allora di innocuo rimane ben poco. Ecco perché il vaccino è consigliato soprattutto ad anziani, donne in gravidanza e persone affette da patologie fortemente debilitanti.

I bambini vaccinati sono contagiosi

Sì, lo possono essere in effetti. Ma non tutti i bambini vaccinati sono contagiosi e la trasmissione non avviene in modo così semplice come potrebbe accadere con individui malati per davvero. Mi spiego meglio. Come tu stesso potrai leggere sul sito dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, nessun farmaco che contenga una forma di patogeno morto potrebbe provocare un contagio. Diversa è invece la storia per i vaccini prodotti sulla base di virus vivi e inattivati. Questi microorganismi potrebbero provocarti una forma lieve e non pericolosa di malattia.

In quest'ottica dovresti fare attenzione soprattutto a quelli contro la varicella e contro il rotavirus. Tieni però presente che la trasmissione della varicella da bambino appena vaccinato a persona non ancora immune è molto raro, perché non può avvenire per via aerea ma solo per contatto con le vescicole. Per quanto riguarda l'antirotavirus invece si consiglia di prestare attenzione al momento del cambio del pannolino, dal momento che il ceppo virale può essere eliminato attraverso le feci. Dunque sì, un margine di rischio esiste e si estende per due settimane successive alla somministrazione. Ma sono sufficienti pochi accorgimento per eliminare ogni possibilità. A differenza del virus vero e proprio, che provoca malattie altamente contagiose.

Contengono parti di feti abortiti

Dal campo scientifico, si sfocia rapidamente in quello etico quando entra nella discussione la questione dei pezzi di neonati morti contenuti nei vaccini. In poche parole, i ricercatori, senza alcun rispetto per questi piccoli corpicini che hanno già dovuto subire un aborto, li vivisezionano per estrarre alcune cellule del tessuto connettivo (i fibroblasti) dai loro polmoni per costruire un terreno di coltura che rende i virus adatti a essere inseriti nel corpo dell'essere umano. Come infatti saprai, la vaccinazione funziona perché stimola il tuo sistema immunitario attraverso un piccola quantità di patogeno, che però è già morto oppure è inattivato.

Un laboratorio non è una specie di stanza degli orrori dove vengono sacrificati bambini per gli oscuri scopi di Big Pharma e dei poteri forti. Al di là di un più ampio dibattito sul diritto all'aborto, quello che mi preme chiarire in questo momento è come scarse conoscenze scientifiche e l'assenza di fiducia nella Medicina possano portare alla nascita e alla diffusione di una credenza che oltre a essere falsa è pure piuttosto inquietante. Parliamo dunque di linee cellulari. Si tratta di un procedimento che viene messo in atto continuamente dai ricercatori per poter studiare da vicino il comportamento di alcune cellule e capire come si possa contrastare o prevenire una malattia. È una coltura, cioè una replicazione di particelle che può andare avanti per un tempo anche molto lungo, e che trae origine da un ceppo cellulare. Il suddetto ceppo, però, a un certo punto va incontro a morte naturale come accade anche alla cellule del tuo corpo.

Ora potrai capire meglio le parole del dottor Paul Offit, direttore del centro di educazione vaccino dell’Ospedale dei Bambini di Philadelphia: "Dire che i vaccini contengono una notevole quantità di tessuto fetale umano, come alcune persone sostengono, è fuorviante. Le linee cellulari sono state rimosse da più di tre generazioni dalla loro origine, e non abbiamo usato alcun nuovo tessuto per produrre i vaccini". E in origine, cioè almeno una cinquantina di anni fa, i feti non erano stati abortiti per la produzione di questi farmaci, ma per ragioni che, banalmente, dovrebbero restare private.

A partire da quelle cellule in effetti è stata creata la linea cellulare chiamata WI-38 che ancora oggi viene utilizzata per la produzione di vaccini contro il morbillo, varicella, rosolia, parotite ecc. Ma le cellule utilizzate per il farmaco vero e proprio sono nate e cresciute in laboratorio e non hanno più nulla a che fare con i feti abortiti attorno agli '60.

Il 5G, i microchip e i poteri forti

Te ne sarai accorto anche tu, George Soros da qualche tempo è passato di moda. Il suo posto lo hanno ereditato Bill e Melinda Gates, che attraverso la loro fondazione stanno in effetti finanziando la produzione del vaccino dello Jenner Intitute di Oxoford. La fake news arriva quando si comincia a sostenere, per la verità con affermazioni piuttosto confuse, che questo farmaco verrebbe utilizzato come scusa per l'iniezione di microscopici cristalli semiconduttori al fine di marchiare tutti noi con un tatuaggio quantico. Se non hai capito nulla di quanto hai appena letto, sappi che abbiamo lo stesso problema.

Ad ogni modo, sembrerebbe che il nocciolo della questione sia quello di raccogliere quante più informazioni possibili su di te, partendo dai dati sanitari fino ad arrivare ai gusti sessuali, le opinioni politiche, il conto corrente. Solo così gli ormai celeberrimi poteri forti (che ancora non si è capito di preciso chi siano, ma insomma esistono e sono sicuramente più forti di te, per l'appunto) riusciranno finalmente a manipolare i tuoi pensieri e i tuoi comportamenti. Diventerai un vero e proprio burattino a tua insaputa. Ma perché il piano si realizzi del tutto, è necessario che si arrivi al pieno funzionamento del 5G, strumento con il quale i semiconduttori verranno attivati. Per essere poteri forti, si fanno scoprire piuttosto rapidamente.

E magari a te ora sarà anche scappato da ridere. Ma secondo un'indagine di Wired di luglio 2020, tra i 431 comuni italiani che hanno assunto provvedimenti per limitare il 5G, ce n'erano 327 dove la popolazione non raggiungeva la copertura vaccinale. Ed ecco che il problema assume dimensioni già un po' più ampie.

Ora, è evidente che all'interno di un vaccino non vi siano minuscoli microchip e che quel farmaco ti viene iniettato per permettere al tuo sistema immunitario di organizzare le difese contro uno specifico patogeno, in modo tale che di fronte a un virus o un batterio, tu non sviluppi alcuna malattia. Il discorso che si apre qui però diventa davvero molto complesso, perché si potrebbero chiamare in causa i social network e i motori di ricerca, che incrociando proprio le tue ricerche e le informazioni che tu stesso condividi, sono già in grado di stabilire nella maggior parte dei casi le tue idee politiche, i tuoi gusti in fatto di film o di musica, i tuoi ultimi spostamenti, il tuo lavoro, il tuo orientamento religioso e, volendo, anche i gusti sessuali. Al vaccino rimane dunque ben poco da scoprire. Basta dare uno sguardo alle vicende Russiagate o Cambridge analytica per capire che le manipolazioni arrivano, sì, ma per altre vie.

Il parere dell'esperto

Abbiamo chiesto al dottor Albert Kasongo, medico vaccinatore presso il Centro medico Santagostino di Milano, di spiegarci quali sono le fake news più pericolose riguardo ai vaccini:

“La più pericolosa è sicuramente l’associazione fra vaccino anti-morbillo e autismo. Ci sono state condanne penali e Andrew Wakefield è stato radiato dall’Ordine dei medici, ma ha fatto esplodere un caso che stiamo ancora pagando. Tra l’altro, quest’associazione non considera nemmeno le tempistiche di insorgenza dei sintomi dell’autismo, che coincidono esattamente con il periodo di somministrazione del vaccino. I primi sintomi si manifestano infatti attorno al primo o secondo anno di vita. Le persone spesso si limitano a fare una considerazione di tipo temporale, ma ci sono anche altri fattori che devono essere tenuti in conto quando si traggono delle conclusioni di questo genere.

Un altro problema da non sottovalutare è che anche alcuni medici sono diventati antivaccinisti e questo ha aumentato la convinzione che questi farmaci fossero potenzialmente dannosi. Un medico infatti appare come una figura autorevole, ma non si può discutere sull’efficacia delle vaccinazioni.

E poi ci sono le campagne delle associazioni no vax, i cui avvocati stanno portando avanti delle vere e proprie class action contro l’obbligo vaccinale. Per il 98% i processi vengono vinti dai medici, ma questo dato non emerge. Solo la campagna ottiene attenzione, anche quando chi accusa è poi obbligato a pagare risarcimenti onerosi perché la denuncia era completamente infondata.

Infine, Big Pharma. Le aziende farmaceutiche commerciano con i farmaci, è questo il loro lavoro. Perciò è normale che il loro guadagno derivi dalla vendita, non è un reato. Quello che invece dovrebbe essere considerato è che i vaccini costano meno delle medicine utilizzate per curare le malattie che possono prevenire. Ad esempio, il vaccino antinfluenzale costa 25 euro, mentre se contraggo l’influenza spenderò molto di più in farmaci antifebbrili, antipiretici, antitussivi e così via. Di conseguenza, se l’unico fine di una casa farmaceutica fosse il guadagno, farebbe in modo che le persone si ammalino, non cercherebbe di prevenire il contagio.”

Fonti| Società italiana di Pediatria; Società italiana di Igiene; FNOMCeO; Ministero della Salute; Fondazione Veronesi; Istituto Superiore di Sanità

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