Cosa è l’autismo e cosa si conosce davvero di questo disturbo? Proviamo a capirlo meglio

Forse conoscerai una persona affetta da autismo, ma sai davvero cosa significa avere questo disturbo? E cosa sono la sindrome di Asperger e quella di Rett? Molti aspetti di questo problema dello sviluppo neurologico rimangono ancora oscuri e, fra questi, le cause che lo provocano. Proviamo allora a capire cosa si è scoperto finora.
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Giulia Dallagiovanna 2 Aprile 2021
* ultima modifica il 19/05/2021

La prima volta che hai sentito parlare di autismo o di disturbi dello spettro autistico, probabilmente ti sarai ritrovato a interrogarti sul significato di queste espressioni, chiedendoti anche cosa si intende quando una persona viene definita "autistica". È assolutamente normale che tu abbia dei dubbi a riguardo, perché l'autismo, per quanto studiato e indagato, continua a mantenere oscuri alcuni dei suoi aspetti. Per esempio, non si conoscono con precisione le cause o i meccanismi presenti nella mente di una persona che ne è affetta, e ancora oggi si continuano a cercare le terapie migliori per trattarlo. Per tutti questi motivi, ogni anno il 2 aprile ricorre la Giornata mondiale per la consapevolezza sull'autismo, un'occasione per fare luce non solo sulla diffusione di questo disturbo, ma anche sulle tantissime esperienze condivise bambini e genitori che negli anni hanno contribuito a far sentire altre persone meno sole, aiutandole a convivere con questo disturbo.

Dopo aver già trattato i test disponibili per la diagnosi, in questo articolo perciò procederò per gradi e cercherò di spiegarti cosa si sa, ad oggi, dell'autismo. Ma prima di tutto, c'è un dato fondamentale che dovrai sempre tenere ben presente: ogni persona è diversa, ha un proprio carattere e una propria personalità. Un autistico non fa eccezione.

Cos'è

Per prima cosa, mettiamo in ordine le idee. Quante volte hai sentito parlare di autismo e sindrome di Asperger? O quanto spesso ricorre il luogo comune che una persona autistica avrà qualche problema, certo, però è geniale? Ecco, ferma subito ogni tua divagazione mentale e iniziamo a fare chiarezza.

Le ultime linee guida del ministero della Salute parlano di disturbi dello spettro autistico. Significa, in pratica, che con il termine "autismo" vengono indicati in realtà sindromi differenti: disturbo autistico, sindrome di Asperger, disturbo di Rett, disturbo disintegrativo dell'infanzia. Quando poi un bambino presenta sintomi ascrivibili all'autismo, ma che non rientrano nelle categorie che ti ho elencato, si parlerà di autismo atipico.

Per capire cosa significa essere affetti da una sindrome di questo tipo, è utile partire dal disturbo autistico più classico e poi vedere in cosa le altre forme si differenzino.

Sintomi

Ti ricordi la persona autistica di cui parlavamo all'inizio? Ecco, forse l'avrai vista dondolarsi ripetutamente avanti e indietro, gesticolare in modo bizzarro e magari gettarsi a terra nel bel mezzo di un supermercato. Sono tutti strumenti attraverso i quali tentava di avere a che fare con le proprie emozioni.

Con l'autismo infatti vengono compromesse principalmente tre aree del cervello: quella che regola l'interazione sociale, la comunicazione verbale e non verbale e la zona che si occupa di gestire gli interessi personali.

Interazione sociale

Dire che a un bambino autistico piaccia starsene per conto suo non è corretto. La realtà è che non sa come affrontare il rapporto con il mondo esterno e con le altre persone e, per fuggire alla mole di stress che questi gli provocano, si rifugia in se stesso.

Non capirà e non riuscirà ad interpretare le tue espressioni, i tuoi gesti, le posture e le convenzioni e regole che stanno alla base dei rapporti interpersonali. E per lo stesso motivo, non ti guarderà negli occhi o darà vita a mimiche facciali bizzarre che forse non rispecchiano nemmeno l'emozione che prova in quel momento. Gli manca in sostanza la comprensione di cosa il suo corpo debba fare quando si trova davanti a una persona diversa da lui.

Da piccoli tenderanno così a non mostrare interesse per gli altri individui. Crescendo invece potrebbero anche dare importanza all'idea di avere delle amicizie, ma dovranno essere aiutati: capire i bisogni delle altre persone e regolare il loro comportamento in base a questi non gli riesce esattamente semplicissimo.

Comunicazione verbale e non verbale

La prima cosa che fai quando incontri una persona nuova è dire il tuo nome, mentre gli porgi la mano destra, aspettando la sua. Magari aggiungendo un educato "piacere". Crei così un ponte fra te e chi ti sta di fronte attraverso un linguaggio verbale ("piacere mi chiamo…") e non verbale (la stretta di mano). Tutto questo a un autistico risulta, semplicemente, incomprensibile.

In alcuni casi, una persona non riesce proprio a sviluppare il linguaggio. Ma anche quando ci riesce, sostenere un'intera conversazione gli risulterà piuttosto stressante. La sua comunicazione sarà composta da frasi brevi e semplici. Molte volte lo sentirai ripetere la stessa parola o lo slogan di una pubblicità o la frase di un film che ha visto in televisione. Anche la comprensione può avere qualche ritardo e forse è meglio se eviti complessi giri di parole.

Anzi, non farli proprio. Un individuo autistico avrà una comprensione "letterale" del linguaggio. Significa che se tu prendi un suo giocattolo e gli dici: "Te lo restituisco fra due secondi", lui si aspetterà che tu faccia esattamente così. Se ne passano tre, è già il caos. Perciò l'ironia, i modi di dire, le battute o i giochi di parole non sono assolutamente ammessi.

E per la stessa ragione, non attribuirà particolare significato al tono di voce, al ritmo con il quale parla e alla modulazione della frase: potrebbe usare un tono interrogativo anche se non ti sta ponendo nessuna domanda.

Interessi personali

Una persona affetta da autismo ha i suoi interessi e probabilmente rimarranno abbastanza invariati durante tutta la sua vita. Orari dei mezzi di trasporto, date di nascita, continuare a mettere in fila i giocattoli nello stesso modo. Ripetitivi, stereotipati e, a volte, anomali, ma comunque fondamentali come lo sono per tutti noi.

Anche i movimenti del corpo seguono le stesse regole di ripetitività e stereotipia. Dondolarsi avanti e indietro, battere le mani o schioccare le dita. Oppure compiere gesti bizzarri come camminare sulle punte. Non riescono a codificare le azioni che compiono gli altri e i motivi che le generano e quindi non le possono imitare.

Allo stesso modo, potrebbero essere affascinati da movimenti che tendono a ripetersi, come le pale del ventilatore che girano, la lavatrice in funzione, aprire e chiudere la porta. C'è una ragione per tutto questo: è un tentativo di mettere ordine al caos.

Stereotipie dell'autismo

Sei mai stato in un Paese straniero? A meno che tu non sia madrelingua, ci sarà sempre qualche parola della quale non comprenderai il significato e proverai a utilizzare i termini che conosci per farti capire. Se invece le lingue proprio non sono il tuo forte, ricorrerai ai gesti. Ma se ci pensi, appena metti il piede fuori dall'Italia c'è un senso di spaesamento che provi nel non sentirti completamente sulla stessa lunghezza d'onda delle persone attorno a te.

Un autistico è un po' come se fosse sempre perennemente all'estero, solo che oltre a non essere in grado di parlare inglese o francese, non sa nemmeno comunicare a gesti. Riesci a immaginare il livello di stress al quale va incontro?

Ecco spiegati, almeno in parte, le stereotipie e i gesti ripetitivi e la passione per i movimenti sempre uguali. Sono simboli che riesce a codificare, finalmente. Per lo stesso motivo, potrebbe accadere che avvertano il bisogno di compiere sempre lo stesso rituale. Ad esempio, indossare prima i pantaloni e poi la maglietta e mai il contrario. La resistenza al cambiamento, anche per quanto riguarda la disposizione dei mobili o un nuovo cibo messo in tavola, è una forma di difesa verso un mondo che non capiscono.

Le emozioni nell'autismo

Pensare che una persona autistica non provi particolari emozioni è sbagliato. Completamente. Le avverte, ma non le sa esprimere. Come ti spiegavo prima, la prima sensazione con la quale deve confrontarsi è lo stress. E non è facile gestirlo per te, figurati per lui.

Potrebbe scoppiare a ridere senza ragione, oppure buttarsi a terra in un luogo pieno di gente. Nel primo caso, cerca di diminuire l'ansia mettendo in atto un comportamento che viene socialmente accettato e che quindi non lo costringerà a una nuova ondata di nervosismo. Nel secondo caso, è una reazione a un sovraccarico di stimoli che subisce in un posto nuovo.

E per la stessa ragione, in rari casi, ne possono derivare comportamenti aggressivi o autolesionistici.

La sindrome di Asperger

No, una persona autistica non è la reincarnazione di Einstein e non è carino da parte tua aspettartelo. Può essere più o meno intelligente, preferire una materia piuttosto che un'altra e amare la matematica oppure no. Proprio come me e te. Ti ricordi quello che dicevo all'inizio? La prima regola è che ogni individuo è diverso.

Quello del genio incompreso è uno stereotipo legato soprattutto alla sindrome di Asperger. Come per il disturbo autistico più classico, l'Asperger porta con sé difficoltà nell'interazione e nella gestione della sfera emotiva. Oltre che tendenza ad avere interessi ristretti e a portare avanti comportamenti ripetitivi.

Ecco, alcune persone che ne sono affette hanno interessi così ristretti da fissarsi solo su un argomento. Ma allo stesso tempo avranno capacità straordinarie nel memorizzare tutto di quel tema, ogni singolo dato o informazione. E quando qualcuno starà parlando proprio di quella cosa, mostreranno molta più attenzione di quanto tu sarai mai in grado di averne. E questa è la ragione per la quale il luogo comune li ha classificati come geni.

Altri tipi di autismo

Come ti ho accennato prima, oltre alle forme di autismo più conosciute, cioè quello classico e la sindrome di Asperger, esistono anche due disturbi meno noti: il disturbo di Rett e il disturbo disintegrativo dell'infanzia.

Il disturbo di Rett colpisce neonati che fino ai 5 mesi presentavano uno sviluppo psicomotorio normale. Poi, a un certo punto, la crescita del cranio inizia a rallentare e piano piano perdono le capacità manuali, anche se le avevano già acquisite. Tipici di questa sindrome sono il continuo torcersi le mani e simulare l'azione di lavarle. In generale, c'è una grave difficoltà di movimento che si accompagna con una scarsa o nulla capacità di parlare.

Il disturbo disintegrativo dell'infanzia compare addirittura dopo 2 anni che il bambino sembrava seguire una crescita normale. Si contraddistingue per una marcata recessione di alcune aree del cervello e una sempre maggiore difficoltà in diversi campi: linguaggio, interazioni sociali e comportamento, abilità motorie, capacità di contenere minzione e defecazione.

Cause

Perché un bambino sia autistico e un altro invece no non lo si può ancora determinare con sicurezza. C'entrano naturalmente ragioni neurologiche e forse anche una componente genetica e di costituzione. Secondo alcuni, fattori di rischio potrebbero essere casi simili in famiglia o mancanza di vitamina D durante il periodo della gravidanza.

Anche una nascita prematura o un neonato con un peso corporeo molto al di sotto della norma possono essere possibili cause.

Quello che è certo è che i vaccini non hanno nulla a che fare con l'autismo.

Fonti| Fondazione Ares; Portale autismo

(Scritto da Giulia Dallagiovanna il 2/04/19
Modificato da Alessandro Bai il 2/04/21)

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