Le fonti rinnovabili ci hanno fatto risparmiare 11 miliardi di euro, eppure le vogliamo già frenare

Secondo un calcolo congiunto di due think tank indipendenti, E3G e Ember, il potenziamento delle fonti rinnovabili sulla spinta del piano REpowerEU ci ha permesso di rinunciare all’utilizzo di 8 miliardi di metri cubi di gas e ha posto un limite all’inflazione sul mercato dell’energia.
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Giulia Dallagiovanna 18 Ottobre 2022

Le fonti rinnovabili in Europa stanno funzionando, anche da un punto di vista economico. REpowerEU, la strategia lanciata a maggio dall'Unione europea per slegarsi dalla dipendenza energetica nei confronti della Russia, ci avrebbe già fatto risparmiare 11 miliardi di euro. Non solo. Secondo un calcolo congiunto di due think tank indipendenti, E3G ed Ember, avrebbe posto un limite allo shock inflazionistico più elevato dalla Seconda Guerra Mondiale. Eppure, il Consiglio dell'UE ha già proposto diversi emendamenti al piano che rischiano di frenare l'installazione di nuovi impianti.

Il REpowerEU

Con la guerra in Ucraina è apparso chiara a tutti la nostra dipendenza dalla Russia su diversi fronti e soprattutto per i combustibili fossili. Mosca ci vendeva il 40% di tutto il gas che importavamo dall'estero e nel 2021 il 45% di tutto il greggio e i prodotti petroliferi che il Cremlino ha esportato sono stati diretti verso l'Europa. Dal 24 febbraio a oggi, però, l'UE si è riorganizzata costruendo la sua strategia su tre pilastri: l'individuazione di nuovi fornitori, il risparmio dei consumi e la produzione di energia pulita. Questo disegno è poi confluito nel REpowerEU, che mira (anzi, mirava) a basare il 45% del mix energetico sulle fonti rinnovabili.

Il risparmio che arriva dalle rinnovabili

Nel mercato dell'energia, l'impennata dei prezzi ha raggiunto livelli storici: a settembre erano superiori del 40,8% a quelli registrati lo scorso anno nello stesso periodo, contribuendo per il 36% all'inflazione generale. Secondo E3G, ci troviamo di fronte a una situazione anche peggiore della crisi petrolifera degli anni '70. Ma lo scenario avrebbe potuto essere ancora più cupo.

Tra marzo e settembre, le rinnovabili ci hanno permesso di rinunciare a 8 miliardi di metri cubi di gas

Tra marzo e settembre, infatti, fotovoltaico ed eolico hanno coperto quasi un quarto, il 24% per la precisione, di tutti i consumi dell'Unione europea. Tre punti percentuali in più rispetto al 2021. In totale ci hanno consentito di rinunciare alle forniture di 8 miliardi di metri cubi di gas.

Frenata in arrivo?

Ma questi numeri più che positivi evidentemente non bastano. Il Consiglio dell'Unione europea ha infatto proposto una serie di emendamenti che andranno a depotenziare il piano, soprattutto per quanto riguarda le rinnovabili. Prima di tutto, si vuole agire sul target, tornando alla meno ambiziosa soglia del 40% che era stata prevista in precedenza. Inoltre, si sarebbe espresso contro la dicitura "interesse pubblico prevalente" in riferimento all'installazione di impianti.

L'etichetta avrebbe permesso di ridurre i tempi per l'autorizzazione di nuovi parchi, che rimarranno invece invariati: 1 anno per le aree identificate come idonee e 2 anni in tutti gli altri casi. In aggiunta, verrà allungato il periodo di proroga dell'iter che è possibile richiedere.