Un passo fondamentale, storico e importante a livello mondiale. Una scelta voluta da tutta la popolazione e non imposta esclusivamente dalle istituzione, segno quindi che l'attenzione verso la natura e la crisi climatica cresce sempre più.
Ti sto parlando di quello che è accaduto recentemente in Ecuador. Grazie a un referendum sottoposto agli elettori del Paese, domenica 20 agosto, la nazione dell'America Latina ha votato a favore dello stop definitivo alle trivellazioni e estrazioni di petrolio nella riserva di Yasunì; piena foresta Amazzonica. Vittoria con il 58.9% dei voti. Vittoria accolta con entusiasmo dalle popolazioni indigene, dai partiti e associazioni ambientaliste, ma vittoria di tutta la Nazione.
Il referendum era stato indetto dalla Corte Costituzionale lo scorso 9 maggio in quanto le istituzioni erano divise sulla scelta da intraprendere in una specifica area dell'Amazzonia. Una zona dove è presente un giacimento di petrolio, ma anche dove sono presenti numerose specie vegetali e animali. Si è venuta a formare una lotta politica dove da un lato si difendeva la biodiversità e dall'altro gli interessi economici.
L'associazione Yasunidos tra tutte è stata quella che più ha lottato per sensibilizzare la popolazione dell'Ecuador su cosa fosse giusto da fare prima di andare al referendum.
“Lo stato avrà adesso un anno per smantellare le installazioni petrolifere. Speriamo che questo risultato crei un precedente: per la sopravvivenza e prosperità dei popoli incontattati è cruciale proteggere i loro territori”, ha commentato l’associazione Survival International.