
La storia di Happy per alcuni anni ha appassionato e unito animalisti di tutto il mondo: sembrava che l’elefantessa asiatica, che vive nello zoo del Bronx dal 1977, grazie alla mobilitazione portata avanti dall’organizzazione Nonhuman Rights Project potesse finalmente essere liberata e trasferita in un santuario. Invece è arrivata l’amara decisione del tribunale di New York: Happy dovrà rimanere imprigionata nello zoo. I suoi diritti non sono da considerare al pari di quelli umani.
Come suggerisce il nome stesso, Nonhuman Rights Project si occupa di tutelare i diritti degli animali “non umani”, e cerca di garantire per tutti gli esseri viventi il rispetto di alcuni principi fondamentali. Uno di questi è l’habeas corpus, il principio di inviolabilità personale, che l’organizzazione aveva invocato per Happy già nel 2020, senza successo. L'organizzazione ritiene che l'elefantessa, per l'intelligenza, la sensibilità e l'autonomia dimostrate debba essere considerata, di fronte alla legge, al pari di una persona.
Per l’elefantessa di 51 anni – che da 45 è di proprietà dello zoo del Bronx, dove vive sola, senza la compagnia dei suoi simili – era stata anche promossa una petizione su Change.org, che ha quasi raggiunto l’obiettivo di 1,5 milioni di firme.
“Lo zoo del Bronx ha ricevuto il vergognoso titolo di 5° peggior zoo per elefanti del Paese. Il New York Times definisce Happy l'elefante più solo dello zoo del Bronx. Infatti, questo essere altamente intelligente e sociale è uno degli unici elefanti in tutti gli Stati Uniti ad essere tenuto da solo in uno zoo”, scrivono i promotori della petizione, chiedendo che Happy venga trasferita in un santuario.
Ieri, purtroppo, la Corte d’Appello di New York ha spento ogni speranza di libertà per l’elefantessa, dichiarando che i suoi diritti non sono paragonabili a quelli umani.
“Allo stesso tempo questa non è solo una perdita per Happy, la cui libertà era in gioco in questo caso e che rimane imprigionata nello zoo del Bronx. È anche una perdita per tutti coloro che si preoccupano di sostenere e rafforzare i nostri valori e principi di giustizia più cari – autonomia, libertà, uguaglianza ed equità – e di garantire che il nostro sistema legale sia libero da ragionamenti arbitrari e che a nessuno vengano negati i diritti fondamentali semplicemente per ciò che è", ha commentato dopo l'amara decisione Nonhuman Rights.
Per chi ha a cuore il benessere degli animali, gli zoo sono una realtà discutibile e controversa, che andrebbe ripensata. Come dimostra la vicenda dell’elefantessa Happy, infatti, accade spesso che i diritti degli animali vengano calpestati e messi in secondo piano rispetto a interessi economici e d’intrattenimento.